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Salute e territorio

Palazzo San Gervasio si tinge di viola: prima camminata di comunità in occasione della terza Giornata mondiale dell’Iinformazione sui tumori ginecologici

Ci sono momenti in cui la Comunità si sente davvero tale. Momenti in cui si comprende che l’aiuto reciproco non può che essere la “normalità” e che la logica dell’”ognun per sé” non può essere vincente. Questa magia si percepisce ancor più quando si riesce a far interagire soggetti e/o realtà apparentemente non conciliabili, ma che, una volta correttamente “facilitati”, entrano in risonanza tra loro per il bene reciproco, trovando la gioia e la forza per realizzare progetti condivisi.
La morale è in fondo una: quando si cominciano ad intrecciare relazioni interessanti, si accresce la capacità di resilienza di tutta la Comunità. Testa, cuore e mani. Questi gli strumenti per lavorare all’ordito di quelle congruenze che, alla lunga, possono rivelarsi affinità.
In occasione della Terza Giornata Mondiale dell’Informazione sui tumori ginecologici, l’associazione aBRCAdaBRA, onlus nazionale con sede anche in Basilicata, ha puntato proprio sugli approcci sinergici promuovendo, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Palazzo San Gervasio, la 1a Camminata in Viola. Una maniera per allinearsi all’impegno corale della terza edizione del World GO Day, organizzato dalla Società Europea di Ginecologia Oncologica (ESGO) e dall'organizzazione che riunisce le diverse associazioni europee di pazienti di tumori ginecologici (ENGAGe), con l’obiettivo di informare e sensibilizzare sui cinque tumori ginecologici più diffusi fra la popolazione femminile: utero (8.300 casi l'anno in Italia), ovaio (5.200), cervice (2.400), vulva (1.200) e vagina (200). Una esortazione ad agire, scegliendo di conoscere manifestazioni, sintomi, fattori di rischio, possibile prevenzione, progressi scientifici nella diagnosi e cura dei tumori ginecologici, facendosi interpreti attivi di una rete di informazione che unisce medici, pazienti, caregiver e donne sane, secondo il claim della giornata: “L’informazione è il potere, ma la comunicazione è la soluzione!”
Luciana Cirone – Referente aBRCAdaBRA per la Basilicata - lo ha gridato forte, scandendo parola per parola: solo-la-cultura-della-prevenzione-può-salvare-molte-vite. Amante della vita, è stata lei a guidare la Camminata in Viola per le vie di Palazzo San Gervasio lo scorso 19 settembre. Consapevole e determinata, è stata lei a “mettere in piazza” il proprio vissuto e le difficoltà incontrate quando si è ritrovata tra le mani un test BRCA positivo. Risoluta e decisa, è stata lei a descrivere l’impegno in prima linea di aBRCAdaBRA, che da anni si batte per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla pericolosità delle mutazioni Breast Cancer e sull’importanza di intraprendere un percorso diagnostico-assistenziale personalizzato, efficace e a misura di persona.
I dati parlano chiaro. Tra il 5-10% delle pazienti affette da carcinoma della mammella, e tra il 15-25% delle donne che sviluppano un tumore ovarico, si riconosce una predisposizione genetica connessa alla mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2 (acronimo di Breast Cancer), assolutamente democratica in termini di trasmissibilità ai figli maschi e femmine.
I soggetti ad alto rischio genetico, stimati in numero di 150.000 soltanto nel contesto italiano, possono essere identificati con un semplice test genetico e, dunque, intercettati dalle politiche sanitarie prima di contrarre un tumore BRCA associato.
Il coinvolgimento diretto e responsabile del maggior numero di persone diventa, per questo, fondamentale, non solo per una questione culturale ma anche perché “insieme” è meglio che da soli.
Pienamente d’accordo l’Amministrazione comunale che, grazie alla sensibilità dell’assessore alle Politiche Sociali Maurizia Buonvino, ha prontamente accolto l’invito di aBRCAdabra ad effettuare una corresponsabile divulgazione delle informazioni sulle mutazioni genetiche BRCA1 e BRCA2.
Pienamente d’accordo i cittadini di Palazzo San Gervasio, uomini e donne, che in tanti, uniti nel viola, hanno sfilato per le vie cittadine, trasformando la testimonianza implicita della camminata collettiva in reale occasione di condivisione, in azione concreta di sensibilizzazione, in modello di “buona pratica” declinata fianco a fianco con l’Istituzione.
Sono davvero questi i momenti in cui la Comunità si sente tale. Momenti in cui si comprende che l’aiuto reciproco non può che essere la “normalità” e che la logica dell’”ognun per sé” non può essere vincente. Momenti in cui, lavorando all’ordito delle congruenze, si scoprono affinità, si vincono discriminazioni e luoghi comuni, si realizzano progetti condivisi.
Complimenti a chi ci ha messo testa, cuore e mani.

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