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05.09.2025 - 11:20
Mons. Davide Carbonaro (archivio)
La Madonna Nera di Viggiano non è solo la patrona e regina della Basilicata, ma il simbolo più autentico di una fede che da secoli tiene unito il popolo lucano nelle gioie e nelle difficoltà. “La Madonna Nera continua a essere per noi un segno luminoso di speranza e di comunione” – ha dichiarato l’arcivescovo metropolita di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, monsignor Davide Carbonaro, alla vigilia della solenne festa in onore della Vergine, in programma domenica 7 settembre a Viggiano. La celebrazione eucaristica, che sarà presieduta dal cardinal Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, con la concelebrazione di tutti i vescovi della Basilicata, rappresenta un momento di altissimo valore spirituale e comunitario. Ma è nelle parole di Carbonaro che si coglie la profondità del messaggio che questa ricorrenza porta con sé. “Ritrovarsi a Viggiano con il cardinal Zuppi e con tutti i vescovi della Basilicata – ha sottolineato – significa affidare alla Madre di Dio non solo la vita delle nostre comunità, ma anche le preoccupazioni e le sfide di questa terra: lo spopolamento dei nostri paesi, la mancanza di lavoro per i giovani, le difficoltà delle famiglie. La fede non ci allontana da queste realtà, ma ci invita a viverle con speranza e responsabilità”. È un richiamo forte, che interpreta il bisogno profondo di una Basilicata che soffre, una terra fragile che troppo spesso vede i suoi figli partire, i suoi borghi svuotarsi, le famiglie faticare ad andare avanti. Carbonaro indica con chiarezza una strada: la fede come forza che non evade dai problemi, ma li affronta con lucidità e coraggio; la Madonna Nera come guida che unisce e consola, ma che soprattutto incoraggia a costruire, a resistere, a non cedere allo scoraggiamento. Il pellegrinaggio a Viggiano, che ogni anno richiama migliaia di fedeli, diventa così non solo un atto di devozione, ma anche un gesto collettivo di responsabilità verso il futuro della Basilicata. È la testimonianza che la spiritualità non è fuga, bensì radice, energia che spinge a prendersi cura del proprio territorio, dei giovani senza prospettive, delle famiglie che vivono difficoltà quotidiane.
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