IL MATTINO
Devozione
14.08.2020 - 17:49
Il virus ridimensiona la sua festa ma non la blocca. Le autorità hanno infatti permesso di poter svolgere le sante messe del giorno in piazza Delfino, anziché nel santuario, per consentire una fruizione maggiore. Dalle ore 17.00 a mezzanotte del 15 e dalle 7.00 a mezzanotte del 16 l’effige sarà in piazza dove potrà essere venerata.
La festa di San Rocco di Tolve raccoglie ogni anno migliaia di fedeli provenienti da numerose mete italiane ed estere. Molti infatti sono i pellegrini che si incamminano nella notte per raggiungere il santuario diocesano a piedi, dopo chilometri di strada e tratturi. San Rocco, patrono e protettore degli appestati, dei contagiati, invocato più volte in piena emergenza Covid, rappresenta per molti uno spiraglio di speranza. San Rocco conosciuto da tanti come "maestro di carità" anche durante la pandemia, nei mesi passati infatti una parte del suo oro votivo è stato devoluto in favore dell'acquisto di un ecografo.
Il virus ridimensiona la sua festa ma non la blocca. Le autorità hanno infatti permesso di poter svolgere le sante messe del giorno in piazza Delfino, anziché nel santuario, per consentire una fruizione maggiore. Dalle ore 17.00 a mezzanotte del 15 e dalle 7.00 a mezzanotte del 16 l’effige sarà in piazza dove potrà essere venerata.
La piazza ha una capienza di 420 posti a sedere, il giorno 16 verranno garantite sei messe con conseguente sanificazione. La processione animerà le strade della cittadina dalla mezzanotte del 16 agosto (e non come di consueto a mezzogiorno) a conclusione delle celebrazioni dell’eucarestia presieduta da sua eccellenza Monsignor Francesco Sirufo, arcivescovo di Acerenza e dell’omaggio dell’Associazione musicale Mentissi. Dalle prime foto che giungono in redazione la statua presenta, oltre al suo tradizionale mantello di oro votivo, un reliquiario con oro bianco e platino, 576 pietre tra cui zirconi bianchi, topazi ed onice realizzato da Rocco Potenza un orafo di origine tolvese per devozione.
Non ci saranno inoltre le consuete “bancarelle”, tanto amate ed odiate, che hanno sempre rappresentato la parte “mondana” della festa. Sui social iniziano ad intravedersi le condivisioni del noto arrangiamento di Graziano Accinni di “Evviva Santi Rocco” un brano di estrazione devozionale popolare famoso in tutta la regione, che ripercorre i vari episodi della vita del Santo taumaturgo originario di Montpellier. Ascoltandolo quasi si percepisce l’emozione del passaggio della statua ornata, il lento fruscio dell’oro, i piedi scalzi dei fedeli, i pesanti ceri realizzati per chiedere una grazia, i sorrisi degli Amici del pellegrino che quest’anno non potranno prestare il proprio servizio volontario alla comunità ospitando migliaia di fedeli nella Casa a loro dedicata a causa delle stringenti misure sanitarie.
È un san Rocco diverso, ma pur sempre san Rocco.
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