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Ritorno al futuro

La storia si ripete: Spagnola-Coronavirus. Cosa abbiamo imparato un secolo dopo

Le tre fasi clou dell'epidemia di cento anni fa: all'inizio la diffusione fu presa alla leggera; ci fu una seconda ondata a seguito di una mutazione del virus; la terza ricaduta si ebbe perché, convinti di esserne ormai fuori, si abbassò la guardia

Tra il 1918 e il 1920, l’intera umanità fu segnata da un’epidemia di rilevanza mondiale, fu all’epoca che per la prima volta venne usato il termine Pandemia. L’infezione che si diffuse in tutto il mondo prese il nome di “Influenza Spagnola”, non perché, come si può erroneamente pensare, si sviluppò per prima in Spagna, ma perché i giornali spagnoli furono i primi ad informare la popolazione sulla gravità dell’infezione che si stava espandendo in tutto il mondo, all’epoca infatti molti Stati avevano sottoposto a censura i canali di comunicazione esistenti, per tenere celata l’esistenza di una Pandemia. Oggi a distanza di quasi un secolo, ci ritroviamo a confrontarci con una situazione simile, ciò che attanaglia l’intera popolazione mondiale è chiamato in breve “Covid-19”; di nuovo si dichiara la Pandemia. Le due influenze, spesso, sono state messe a confronto in queste ultime settimane. Entrambe di origine virale, la Spagnola causata dal virus dell’influenza H1N1, l’influenza da Coronavirus, causata dal SARS-CoV-2. Entrambe si trasmettono attraverso le goccioline rilasciate nell’aria dall’individuo. Entrambe provocano sintomi a carico del sistema respiratorio, con il Coronavirus che ha una maggiore incidenza a livello polmonare. Oggi il Coronavirus colpisce principalmente le persone con il sistema immunitario debole, o quadri clinici già compromessi, con malattie pregresse; l’influenza Spagnola uccise decine di milioni di persone nel mondo, tra cui molti giovani, per lo più soldati indeboliti dalla guerra. La spagnola arrivò a infettare circa 500 milioni di persone in tutto il mondo, provocando il decesso di 50 milioni di persone; per Coronavirus ad oggi si calcola un tasso di mortalità del 5%. All’epoca non esistevano cure contro il virus della Spagnola, gli antibiotici vennero scoperti solo un decennio più tardi, fu anche questa la principale causa dei numerosi decessi. Oggi, per fortuna, la medicina ha fatto notevoli passi avanti; sono in corso sperimentazioni, per utilizzare farmaci già in circolazione e gli studiosi sono a lavoro per mettere a punto un nuovo vaccino. La pandemia da Influenza Spagnola, conobbe tre picchi: il primo avvenne, all’inizio della diffusione, la stampa prese sottogamba la reale gravità della situazione, non sensibilizzando la popolazione alla prevenzione; una seconda ondata si ebbe poi per una mutazione genetica del virus; una terza ricaduta si ebbe, infine, perché convinti di esserne usciti fuori, tutti allentarono le misure precauzionali prese fino a quel punto e avvenne un nuovo e forte contagio. Avendo, dunque, accomunato le due Pandemie, dobbiamo avvalerci dell’insegnamento che la storia ci dà, per evitare il ripetersi degli stessi errori. In questa fase è fondamentale quindi, rispettare le regole, utilizzare tutti i dispositivi di protezione a nostra disposizione e mantenere il distanziamento sociale. Molto dipenderà dalla responsabilità di ognuno di noi, perché gli sforzi fatti fino ad oggi vengano ripagati.

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