IL MATTINO
Il libro di Raffaele Soave, all'epoca giovane sindacalista, con nota introduttiva di Gianni Costantino e prefazione del professore Antonio Lerra
10.08.2017 - 17:49
Nel 1984 la chiamarono «la presa del tappo». E' stato uno dei pochi tentativi di alzare la testa nell'area sud della Basilicata. Un gruppo di giovani rubà il tappo della diga di Senise. Seguirono giornate di intense manifestazioni per chiedere rispetto, lavoro e infrastrutture. Arrivò poco. Quasi nulla. Ma è un'epoca da ricordare. Lo ha fatto Raffaele Soave, protagonista di quelle lotte, in un libro: «La diga di Senise, lotte, conquiste, inadempienze». Il giornalista Gianni Costantino scrive nella nota introduttiva: «Soave ha saputo cogliere istante per istante tutta la problematica inerente l'avversione alla diga e dunque le lotte di chi, invece, non era emigrato per sempre, almeno nelle intenzioni e voleva tornare, prima o poi, per continuare a lavorare, in tranquillità, i terreni degli antenati che erano rimasti agli anziani e alle donne, in attesa del proprio ritorno alla normalità che pure non conoscevano». Erano gli anni dell'emigrazione. E l'area sud della Basilicata si era svuotata. Soave, all'epoca sindacalista, non abbassò la testa. E il professore Antonio Lerra, nella prefazione, spiega quanto il libro sia attuale: «Nei propositi dell'autore sembra voler essere anche di sollecitazione alle popolazioni, soprattutto giovanili, a non darsi per vinte, a non rimanere subalterne, a fronte di pur comprensibili adelusioni accumulate, per le abbondanti inadempienze rispetto alle stesse pur sofferte conquiste».
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