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I Pensieri dell'Altrove

La mamma? Un tempo senza scadenze

Un semicerchio sempre aperto e morbido dove puoi colludere o atterrare, sbatterci contro o cadere violentemente, schivarlo o graffiarlo, tanto sai che, comunque te lo vivi, non ti farai mai veramente male e sempre un semicerchio accogliente rimane.

La mamma? Un tempo senza scadenze

"Il segreto", 2002 (Sarah Bowyer, olio su tela, Galleria piziarte.net)

La domanda è: ci serve davvero ricordare di festeggiare la mamma?  Sarebbe un enorme piacere, invece, stabilire che il bisogno vero è ricordarsi di avercela, una mamma.

Tutte le giornate celebrative servono per salvare la memoria di un fatto, di un nome, di un un simbolo importante. Come per i nostri compleanni, i giorni che ci rammentano qualcosa sono momenti di incontri con la storia che passa, ma che chiede una liturgia del ricordo solenne e ripetuta. Serve a scandire il tempo, a rinnovare qualche nostalgia, a rinforzare il concetto che le comunità hanno il bisogno antropologico della condivisione e delle rappresentazioni. Oggi si celebra la giornata della mamma. Resta, fissata sul calendario e nell’angolo più sentimentale delle nostre tradizioni, la potente festa della mamma del mese di maggio. La domanda è: ci serve davvero ricordare di festeggiare la mamma?  Sarebbe un enorme piacere, invece, stabilire che il bisogno vero è ricordarsi di avercela, una mamma. Una mamma è una figura scontata, senza linee troppo definite perché ampissime, senza limitazioni di funzioni, un continuo aggiungere senza il rischio che tracimi, con una capacità espansiva senza bordi. È un tempo senza scadenze, un semicerchio sempre aperto e morbido dove puoi colludere o atterrare, sbatterci contro o cadere violentemente, schivarlo o graffiarlo, tanto sai che, comunque te lo vivi, non ti farai mai veramente male e sempre un semicerchio accogliente rimane.  La “mamma“, che da grandi diventa stilisticamente e concettualmente la “madre” non ha , per definizione, corti circuiti di attenzione o di amore, non conosce stanchezze sentimentali e, se per qualche privato e soffertissimo motivo dovesse mai averne, diventa oggetto di studio o di recriminazioni. La mamma è. La mamma fa. La mamma c’è. Personalmente preferisco associare e celebrare questa ricorrenza, ma molto intimamente, il giorno del compleanno di mio figlio e, per la proprietà transitiva dell'amore, anche un po' il giorno del compleanno della mia nipotina. Così sono contenta e così mi basta. Ma oggi il mio pensiero più affettivo va a mia madre e a tutte, ma proprio a tutte le donne perché, ne sono certissima, se pure non si è biologicamente madri, ogni donna è la genitrice, la depositaria e la speranza sana di qualcosa d'altro e sicuramente di importante. Sempre.


Le madri sanno vedere

Le madri sanno capire

Le madri sanno tacere

Le madri sanno scordare 

Le madri sanno

Le madri.

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Mariantonietta Ippolito

Mariantonietta Ippolito

Il pensiero è la forma più inviolabile e libera che un individuo possa avere. Il pensiero è espressione di verità, di crudezza, di amore. Quando il pensiero diventa parola il rischio della contaminazione della sua autenticità è alto. La scrittura, invece, lo assottiglia, ma non lo violenta. Io amo la scrittura, quella asciutta, un po’ spigolosa, quella che va per sottrazioni e non per addizioni. Quella che mi rappresenta e mi assomiglia, quella che proverò a proporre qui. Dal mondo di “Kabul” al vasto mondo dei pensieri dell’”altrove”.

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