IL MATTINO
I pensieri dell'Altrove
11.06.2017 - 09:40
(Ph da Immagimondo 2016. Festival di Viaggi, Luoghi e Culture)
Vengo da un viaggio senza luoghi, senza perimetri misurati, senza geografie note. Un tratto aderente più ad una immersione senza aria che ad una camminata sulla terra ferma. Una indagine dentro ad una frustrazione vecchia, dietro a percezioni appoggiate ad elementi scarsi, sopra negligenze sciatte. Un viaggio di transizione che compone un'idea nuova, spiazzando le consuetudini tranquille e sbilanciando le certezze scontate. Arrivo da città dove il giorno è sempre più corto del buio, le strade sono ingorghi senza smistamenti, ognuno in un posto che non è suo, a ciascuno il proprio livello di disordine e di noia, per tutti la fatica di trovare il filo di una cura, di un diritto a cui dare posizione. Chi cammina nel mondo delle domande quasi mai trova un domicilio definitivo, si avvia solo verso un nucleo sensibile, lo tocca, prova paura, lo sente pulsare, tenta di capirne i segreti. Ma non c'è mai abbastanza luce per vedere. Chi non è capace di farsi assistere dall'indifferenza sa che prima o poi deve fare i conti con le aggressioni del sapere, del dubbio logorante, dello sbattere del vento che ha preso casa nella testa. Veniamo tutti da qualche ritorno indeciso, da qualche minuto fragile, misuriamo la fermezza nella tenuta delle insicurezze, abitiamo nei disturbi noti della vita e degli spaventi. Chissà cosa può far felice un giorno sbadato, cosa vuole il cuore per poter sperare intensamente, che tempi di recupero servono per alzarsi la mattina e assorbire l'aria come vitamina che immunizza. Chissà se l'anima si riprende, in questo tempo contaminato da liquidità vischiose, se avrà voglia e forza di ritornare ad un progetto sano, robusto, capace di assemblare le energie disperse. Vengo da questi viaggi, senza strade nè itinerari certi, dove i dilettanti devono imparare l'esperienza, i timidi accostarsi all'ambizione, gli instabili rinnovare promesse con le proprie mani per tenersi stretti, i solitari solidarizzare con i ricami della fantasia e farsi compassionevole compagnia. Non so se da qualche parte c'è un mare caldo che ci guarda, se c'è una strada senza frane da scansare, senza buche da evitare. Magari solo un'idea di infinito corto, senza eternità pretenziose. Un progetto possibile, un viaggio nuovo, simile ad un volo basso dove gli occhi possono guardare dritti e l'irrequietezza voler restare ostinata e lucida.
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