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I pensieri dell'Altrove

Cara ansia, compagna di una vita

Eppure, se la conosci e ci entri dentro da osservatore, puoi farla diventare creatività, percezione, empatia, persino razionalità raffinata e decisionalità illuminata.

Cara ansia, compagna di una vita

I momenti belli e pacati ti arrivano da una gioia essenziale, da una canzone che ti smuove la nostalgia, una carezza a sorpresa, da una comprensione che ti fortifica, da un benessere veloce che ti avvolge come una calda copertina d'autunno.

In qualunque luogo della mia vita io dovessi portarmi, non mi potrei allontanare o lasciare dietro di me la fedele compagnia di sempre: la mia solida ansia. Ci siamo viste crescere, mi conosce, comunichiamo telepaticamente senza nessuna fatica e, sotto sotto, credo anche che mi stimi. La nosta relazione è nota, non adottiamo nessuna precauzione per nascondere o simulare il nostro percorso sentimentale, abbiamo deciso un coming out consensuale quando ancora non era così di tendenza, eravamo convinte e quindi, coerentemente ansiose, ci siamo portate avanti. L'ansia che io conosco e frequento è umorale, è meteoropatica, soffre di gelosie se di sera viene prevaricata dalla visita di una stanchezza fisiologica che indebolisce le sue punte più aggressive, litiga con degli stati di vaga dimenticanza dovuti più ad un'accumulo di pensieri che ad un senso di provvidenziale distanza dalle cose. Fra me e la mia ansia non c'è mai disinformazione o difetti di comunicazione, il filo è sempre teso e lucido, la capacità di progettazione dei vari percorsi emotivi è agevole con scatti di accelerazioni audaci, il controllo sulla collaborazione è costante e soddisfacente. Io non la deludo, lei non delude me. Devo riconoscerle una quota di intuizione che a volte mi sorprende, spesso arriva prima di me, in una forma di competizione che mi porta a dare il massimo per non costringermi a pensare che sto cambiando, o peggio, che stia migliorando lei. Nella casa che abitiamo è assente l'uso sbadato del tempo, tutto è diligentemente puntuale, preciso, organizzato, i protocolli quotidiani consigliano il rigore e la cura per ogni cosa e per ogni persona, la dedizione non abbassa mai la guardia. Conosco molti miei simili, tanti fanno dell'ansia una forma di impacciata timidezza, altri sfoderano un ego esasperato per neutralizzarla, altri ancora ti parlano addosso e compulsivamente, alcuni te la trasmettono senza misure e senza pudore, inconsapevoli anime in cerca di una consolazione qualsiasi. Eppure, se la conosci e ci entri dentro da osservatore, puoi farla diventare creatività, percezione, empatia, persino razionalità raffinata e decisionalità illuminata. Ma è una questione di tempo e di esperienza, di studio su sé stessi e di attenta curiosità verso il mondo. L'uso critico può essere una traccia positiva per l'estensione delle emozioni, e la discrezionalità delle sue manifestazioni è la misura della buona gestione della cosa. Diciamoci la verità: tendenzialmente oggi ansiosi lo siamo un po' tutti, l'offerta è varia e i motivi per esserlo, o diventarlo, sono sempre maggiori. La beatitudine e la serenità assoluta appaiono concetti molto zen e complicati da raggiungere. I momenti belli e pacati ti arrivano da una gioia essenziale, da una canzone che ti smuove la nostalgia, una carezza a sorpresa, da una comprensione che ti fortifica, da un benessere veloce che ti avvolge come una calda copertina d'autunno. Ed è solo in quei momenti che la relazione si sfalda, si annacqua. Poi, come dopo una trasgressiva gita scolastica, dopo una spregiudicata sospensione liquida come una sbornia, o come dopo una festa che un pò ti ha sfiancato, arriva sempre la sera. E si ritorna nella casa dei riferimenti noti, per celebrare la quotidianità dei nostri riti e delle nostre affilate paure. Siamo noi, saldamente fedeli alle tachicardie e ad ogni impercettibile venticello dell'anima.

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Mariantonietta Ippolito

Mariantonietta Ippolito

Il pensiero è la forma più inviolabile e libera che un individuo possa avere. Il pensiero è espressione di verità, di crudezza, di amore. Quando il pensiero diventa parola il rischio della contaminazione della sua autenticità è alto. La scrittura, invece, lo assottiglia, ma non lo violenta. Io amo la scrittura, quella asciutta, un po’ spigolosa, quella che va per sottrazioni e non per addizioni. Quella che mi rappresenta e mi assomiglia, quella che proverò a proporre qui. Dal mondo di “Kabul” al vasto mondo dei pensieri dell’”altrove”.

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