IL MATTINO
Profeti&Sibille
10.09.2023 - 11:35
Qui è ancora possibile vedere, con un biglietto dal costo a di poco popolare, non solo la bellissima arena, in parte ancora in piedi che arrivava a contenere, nel periodo di massimo splendore seconda solo al Colosseo per capienza, ma anche gli ambienti annessi, uno tra tutti l'ambitissima palestra.
Siamo a fine estate e sembra ormai definitivamente archiviata la querelle internazionale che ha tenuto banco sulle prime pagine dei tabloid di tutto il mondo: la sfida gladiatoria tra i giganti della rete Mark Zuckerber ed Elon Musk che avrebbero deciso di darsele di santa ragione nel cortile di casa di quest'ultimo. Ma durante l’estate erano state tante le mete italiane che si erano candidate ad ospitare la ormai celebre sfida gladatoria tra i due giganti del web, tanto da far intervenire persino il Ministro Sangiuliano inviando proposte per quella o quell’altra città da nominare. Tra tante una - non troppo citata dai più - corrisponde al luogo che, filologicamente, già le fonti indicano come luogo ideale.
Si tratta infatti dell'arena adiacente la palestra nella quale Spartaco e i suoi compagni lottatori allenavano i loro gaudenti corpi per affrontare combattimenti di inaudita ferocia: Capua è la città che ospitava i loro agones e la impegnativa preparazione agli stessi al fine di veder campeggiare sugli spalti dei detrattori, il famoso pollice verso aizzando folle eccitate e sanguinarie; e persino gli amministratori locali si erano sbilanciati lanciando una sfida alle concorrenti più rinomate.
Immaginabile dunque che come già avvenuto nelle rievocate sorti dei "fasti capuani" nella serie tv omonima dedicata al più famoso dei gladiatori, oggi si metta in scena l'ultimo dei desiderata di due giovani ma affermatissimi professionisti che oltre che palleggiarsi da mestieranti navigati tra le fitte maglie della rete del web, oggi sono pronti a scendere in campo e forse armati fino ai denti e protetti da armature conformi ai tempi e da scudi bronzei, facciano la loro discesa in campo, anzi in arena, acclamati da un pubblico pagante che non mancherà di accorrere entusiasta.
Tornando indietro nel tempo, approfittiamo del loro viaggio a ritroso, e approdiamo anche noi a Capua, paese dell'hinterland casertano, per rivivere attraverso i fastigi di un antico passato gesta dei rinomati lottatori romani. Qui è ancora possibile vedere, con un biglietto dal costo a di poco popolare, non solo la bellissima arena, in parte ancora in piedi che arrivava a contenere, nel periodo di massimo splendore seconda solo al Colosseo per capienza, ma anche gli ambienti annessi, uno tra tutti l'ambitissima palestra. E sembra di poter sentire persino il puzzo di quelle carni "arse" dal sole d combattimento all'aperto o delle loro ferite maleodoranti oltre che del testosterone che aleggia di sicuro spinto dal movimento dei corpi indomiti, durante i forzosi allenamenti.
Oggi la realtà aumentata non è ancora giunta in questo sistema museale per farci immergere ne visioni del passato ma armati di buona memoria storica, di un po' di fantasia e a contatto con un potente genius loci, siamo certi che Zuckerber e Musk resterebbero affascinati, quanto me um operatrice culturale, nel riappropriarsi di un luogo che merita di balzare, dopo duemila sopiti anni, agli onori della cronaca, sorpassando in fama mete e città più blasonate (i cui nominativi e le cui autocandidature hanno spopolato nei mesi scorsi, tra le quali la stessa Arena di Verona) ma che noi fanno sospirare in un anelito di bellezza ed esclamare come piacerebbe fare agli americani: “Amazing Capua!".
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