IL MATTINO
Forever
21.11.2021 - 10:49
Questa patologia non è limitata solo a chi ne è affetto, ma ha ricadute anche sulle loro famiglie e sull'economia, con costi globali stimati in circa 1.000 miliardi di dollari all'anno. Sulla base delle evidenze, quale prevenzione è efficace per la demenza?
In tutto il mondo circa 50 milioni di persone convivono con la demenza e si prevede che questo numero raggiungerà i 152 milioni entro il 2050, in particolare nei paesi a basso e medio reddito laddove oggi vivono circa i due terzi di soggetti affetti da demenza.[1] La demenza colpisce gli individui, le loro famiglie e l'economia, con costi globali stimati in circa 1.000 miliardi di dollari all'anno. [1] Coloro che soffrono di demenza hanno più problemi di salute rispetto ai coetanei, ma spesso ricevono meno assistenza sanitaria e trovano particolarmente difficile accedere alle cure. Inoltre, hanno più ricoveri ospedalieri rispetto ad altre persone anziane, anche per malattie potenzialmente gestibili a casa, e per di più sono morte in numero sproporzionato durante l'epidemia di COVID-19. [2]
Diversi sono i fattori di rischio modificabili i quali possono contribuire alla comparsa della demenza. Recentemente, alcuni ricercatori hanno valutato se l'indice “Lifestyle for Brain Health” (LIBRA) [3] (un indice basato su una revisione sistematica della letteratura e sul metodo Delphi circa i fattori modificabili) fosse associato alle alterazioni cerebrali rilevabili con la risonanza magnetica e al deterioramento cognitivo in 4.164 soggetti reclutati in una popolazione adulta, di età compresa tra 40 e 75 anni (età media, 59 anni; 49,7% uomini). [4] L'indice LIBRA include alcuni fattori di rischio modificabili per la demenza, come: l'inattività fisica, il fumo, l'obesità, la depressione, il diabete mellito di tipo 2, l'ipertensione, l'ipercolesterolemia, le malattie cardiache e le malattie renali croniche; nonché i fattori protettivi come l'aderenza alla dieta mediterranea e alla dieta con un basso o moderato uso di alcol. [3] I punteggi LIBRA più alti hanno indicato un rischio di demenza più elevato. Gli esiti della risonanza magnetica cerebrale hanno incluso il volume della sostanza grigia (GMV), il volume della sostanza bianca (WMV), il volume del liquido cerebrospinale (CSF) e l'iperintensità della sostanza bianca (WMH)*. Una batteria di test neuropsicologici di 30 minuti è stata utilizzata per misurare le prestazioni cognitive, quali: la memoria, l’elaborazione delle informazioni, la funzione esecutiva e l'attenzione. Dai risultati è emerso che i maschi avevano punteggi LIBRA più alti rispetto alle donne.
Nelle analisi di regressione multipla - dopo l’aggiustamento per sesso, età, istruzione, stato di diabete, volume intracranico e tempo tra la valutazione e la risonanza magnetica - i punteggi LIBRA più alti erano associati ad un aumento di iperintensità della sostanza bianca (WMH). Punteggi LIBRA significativamente più alti, registrati in particolar modo nei maschi, sono stati anche associati a una diminuzione del volume della sostanza grigia (GMV) e ad un aumento del volume del liquido cerebrospinale. Valori più bassi nell'elaborazione delle informazioni, nella funzione esecutiva e nell'attenzione sono stati osservati quando i punteggi LIBRA sono aumentati. Studi prospettici con biomarcatori aggiuntivi e test neuropsicologici più completi fornirebbero ulteriori dati sull'utilizzo del punteggio LIBRA, progettato specificamente per identificare il rischio di demenza modificabile. Tuttavia, i risultati di questo studio supportano la necessità di realizzare interventi preventivi efficaci, come ad esempio la promozione dell’aderenza alla Dieta Mediterranea, per i fattori di rischio modificabili della demenza di mezza età.
Note
* Le “iperintensità” della sostanza bianca (white matter hyperintensities, WMH) aumentano durante il processo di invecchiamento e pertanto possono rappresentare un utile biomarcatore per identificare le persone di mezza età che presentano un alto rischio di demenza con declino cognitivo in futuro. (da: Iperintensità della sostanza bianca come biomarcatore per il declino cognitivo nella mezza età; disponibile al sito: https://www.neurodiem.it/)
Bibliografia
1 . Patterson C. Alzheimer's Disease International; London: 2018. World Alzheimer report 2018.
2 . Office for National Statistics Impact of coronavirus in care homes in England: 26 May to 19 June 2020. 2020. https://www.ons.gov.uk/
3 . Deckers K, van Boxtel MP, Schiepers OJ, de Vugt M, Muñoz Sánchez JL, Anstey KJ, Brayne C, Dartigues JF, Engedal K, Kivipelto M, Ritchie K, Starr JM, Yaffe K, Irving K, Verhey FR, Köhler S. Target risk factors for dementia prevention: a systematic review and Delphi consensus study on the evidence from observational studies. Int J Geriatr Psychiatry. 2015 Mar;30(3):234-46. doi: 10.1002/gps.4245. Epub 2014 Dec 12. PMID: 25504093.
4 . Heger IS, Deckers K, Schram MT, Stehouwer CDA, Dagnelie PC, van der Kallen CJH, Koster A, Eussen SJPM, Jansen JFA, Verhey FRJ, van Boxtel MPJ, Köhler S. Associations of the Lifestyle for Brain Health Index With Structural Brain Changes and Cognition: Results From the Maastricht Study. Neurology. 2021 Sep 28;97(13):e1300-e1312. doi: 10.1212/WNL.0000000000012572. Epub 2021 Aug 25. PMID: 34433680; PMCID: PMC8480401.
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