IL MATTINO
Forever
09.08.2020 - 07:40
Gli insegnanti possono avere un ruolo importante nella promozione della corretta alimentazione dei bambini delle scuole elementari? Che cosa suggerisce la letteratura scientifica?
Evidenze robuste e concordanti suggeriscono che lo stile dei primi anni di vita è cruciale per il raggiungimento ed il mantenimento di uno stato di salute ottimale nell’arco dell’intera esistenza. Ad esempio, due lavori ben condotti, i cui risultati sono stati pubblicati sul International Journal of Cancer, hanno trovato un’associazione altamente significativa tra lo stile di vita dei primi venti anni e il rischio di cancro. Associazione molto più forte della suscettibilità genetica. [1-2] Nei due studi di Hemminki e collaboratori, nei quali sono stati analizzati i dati di una coorte di oltre 600.000 immigrati, è stato trovato che gli immigrati di prima generazione, giunti dopo i 20 anni di età, avevano la stessa frequenza dei tumori dei paesi di origine; mentre quelli più giovani dei venti anni di età e quelli di seconda generazione avevano la stessa frequenza della popolazione del Paese ospite. Pertanto, lo stile di vita dei primi 20 anni è più importante dei geni per la nostra salute ed è importante adottare una dieta salutare ed evitare i fattori di rischio nei primi 20 anni, poiché lo stile di vita dei primi 20 anni di età è un determinante fondamentale per la salute.
Pertanto, lo stile di vita dei primi venti anni ha un peso maggiore rispetto al contributo genetico per lo stato di salute di un individuo. Di educazione alimentare in ambito scolastico ci siamo occupati sin dal 1995, anno di istituzione del Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN) nella ASL di Foggia. In quegli anni, gli interventi di educazione alimentare, concordati con le autorità scolastiche, si basavano sulla presenza dell’esperto in classe e vertevano su un ciclo di lezioni da svolgere direttamente con gli alunni.
Per valutare l’appropriatezza e la validità delle lezioni, iniziammo a monitorare i risultati di tali interventi mediante questionari validati per indagare le abitudini alimentari e ci accorgemmo ben presto della loro scarsa efficacia. Pensammo che fosse un problema di contenuti. Così riformulammo i programmi educativi, ma i risultati erano, comunque, modesti. Nello stesso tempo, in letteratura internazionale avemmo modo di apprendere che il dibattito sulle metodologie di educazione alimentare in ambito scolastico verteva su due possibili interventi: l’uno prevedeva la presenza degli esperti in classe, l’altro puntava alla formazione degli insegnanti. Fu così che ideammo, visti i risultati deludenti dei precedenti interventi, un programma che mettesse al centro dell’azione proprio l’insegnante. Dopo una fase di progettazione durata più di due anni, nell’anno scolastico 2003-2004 venne realizzata la prima edizione del programma per modificare le abitudini alimentari dei ragazzi, che chiamammo per semplicità “Porta la frutta a scuola”. [3-6]
Scopo del programma, comunque, non era semplicemente quello di sostituire la merendina consumata a scuola con la frutta, ma di analizzare le abitudini alimentari e di intervenire lì dove fosse necessario per correggere comportamenti nutrizionali errati. Il programma è stato disegnato per promuovere la corretta alimentazione nei bambini delle scuole elementari ed è stato basato su evidenze scientifiche di neurobiologia e sulla teoria socio-cognitiva. Le prime hanno spinto a mettere al centro del programma l’insegnante, l’altra offriva il “razionale” nell’articolare il programma in fasi. Cerchiamo di seguito di esplicitare questi due punti.
Evidenze scientifiche di neurobiologia
Gli insegnanti, e non gli esperti, sono gli attori principali del programma perché intervengono attivamente sui meccanismi di immagazzinamento dei ricordi nella memoria a lungo termine ed utilizzano i gesti iconici nella didattica. Per quanto riguarda l’immagazzinamento dei ricordi nella memoria a lungo termine, occorre precisare che uno degli aspetti notevoli del comportamento è la possibilità di essere modificato mediante l’apprendimento. Gli insegnanti attraverso le simulazioni reiterate di esperienza favoriscono negli studenti i processi della memoria a lungo termine, laddove la risposta di una sinapsi non sia determinata soltanto da una sua attività precedente, come nella memoria a breve termine, ma anche dall’attivazione del processo di trascrizione del nucleo. Gli esperti, figure supplementari e non-continuative nel rapporto con gli studenti, possono agire solo come sorgenti di informazioni per la memoria a breve termine, ma hanno un basso potere di indurre i cambiamenti a lungo termine. Per quanto riguarda l'utilizzo dei gesti iconici nella didattica vi è da precisare che questi riflettono il contenuto del discorso e sono per lo più prodotti a beneficio di chi ascolta/guarda. I neuroni specchio si attivano con maggiore intensità durante l’osservazione dei gesti iconici, che agevolano la comunicazione e la comprensione, che non durante l’osservazione dei gesti indicatori di pulsazione, meno utili a chi guarda, ma grandemente usati dagli esperti.
Dal punto di vista della teoria socio-cognitiva, una cosa è convincere della necessità di modificare le abitudini alimentari dannose, altro è indurre i ragazzi a tradurre le preoccupazioni in azioni concrete consequenziali e far si che il proprio impegno sia efficace. La sola motivazione, ovviamente, non basta. Solo quando i ragazzi (ma anche gli adulti) hanno appreso le abilità di autoregolazione necessarie, la motivazione facilita il cambiamento, mentre in caso contrario i cambiamenti ottenuti sono di scarsa entità. L’autoregolazione efficace agisce attraverso tre sottofunzioni principali dell’automonitoraggio, della fissazione degli obiettivi e degli autoincentivi. Al programma “Porta la frutta a scuola” dopo una felice sperimentazione venne aggiunto quello di promozione dell’attività motoria denominato “In Gamba”. Anche quest’ultimo fu basato sulla formazione degli insegnanti. Sul sito del Centro di Controllo delle Malattie, Ministero della Salute, si può trovare la metodologia ed i risultati del programma svolto dai colleghi del Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione della ASL BT.*
Ad anni di distanza dalla pubblicazione di uno dei nostri lavori sui risultati di “Porta la frutta a scuola” [3], è davvero interessante poter leggere in letteratura scientifica uno studio recente il quale ha trovato che la partecipazione degli insegnanti a un programma di tele-apprendimento (in modalità e-learning) si è dimostrata fattibile ed efficace per ottenere importanti miglioramenti circa le conoscenze, le credenze e gli atteggiamenti riguardo all'alimentazione e alla nutrizione. [7] L'introduzione di questo nuovo e conveniente modo di formare gli insegnanti su argomenti di alimentazione e nutrizione può anche aumentare la consapevolezza, le capacità e la fiducia degli stessi docenti nel promuovere lo stile di vita salutare degli studenti. Ovviamente, sono necessari ulteriori studi per convalidare e confermare tali risultati, nonché identificare strategie appropriate che potrebbero essere prese in considerazione dai decisori per progettare e attuare programmi educativi analoghi, rivolti ad insegnanti e studenti, come modalità per scuole che promuovono la salute.
Note
CCM. Puglia: “Porta la frutta a scuola e in gamba” (Disponibile al sito http://www.ccm-network.it/)
Bibliografia
1 . Hemminki K, X. Li, K. Czene. “Cancer risks in first-generation immigrants to Sweden.” Int J Cancer 2002 May 10:99(2) 218-228.
2 . Hemminki K, X. Li. “Cancer risks in second-generation immigrants to Sweden.” Int J Cancer 2002 May 10:99(2) 229-237.
3 . Panunzio MF, Antoniciello A, Ugolini G, Dalton S. Porta la frutta a scuola: promozione delle corrette abitudini alimentari negli alunni della scuola primaria [Bring fruit at school: promotion of healthy food habit in primary school-children]. Ann Ig. 2009;21(4):403-407.
4 . Panunzio MF, Caporizzi R, Antoniciello A, et al. Training the teachers for improving primary schoolchildren's fruit and vegetables intake: a randomized controlled trial. Ann Ig. 2011;23(3):249-260.
5 . Panunzio MF, Antoniciello A, Cela EP, et al. 15-week long school-based nutritional education program to promote Italian primary schoolchildren's fruit and vegetable intake. Ann Ig. 2010;22(5):481-484.
6 . Michele F. Panunzio, Antonietta Antoniciello, Alessandra Pisano, Sharron Dalton, Nutrition education intervention by teachers may promote fruit and vegetable consumption in Italian students, Nutrition Research, Volume 27, Issue 9, 2007, Pages 524-528, ISSN 0271-5317, https://doi.org/10.1016/j.nutres.2007.06.012.
7 . Katsagoni CN, Apostolou A, Georgoulis M, et al. Schoolteachers' Nutrition Knowledge, Beliefs, and Attitudes Before and After an E-Learning Program. J Nutr Educ Behav. 2019;51(9):1088-1098. doi:10.1016/j.jneb.2019.07.001
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