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I benefici del frutto proibito con cui Ercole conquistò l'immortalità

Aiuta a previene il cancro e la bronco-pneumopatia cronico ostruttiva, la famigerata BPCO. Migliora la funzionalità del polmone e riduce la colesterolemia. Previene le malattie cardiovascolari ed il diabete.

I benefici del frutto proibito con cui Ercole conquistò l'immortalità

Opera di Claudia Tredesini

Non stupisce che grazie ad esso Ercole conquista l’immortalità nel giardino delle Esperidi e che Isaac Newton, in piena epidemia di peste, intuì la legge di gravitazione universale. Stiamo ovviamente parlando...

Aiuta a previene il cancro e la bronco-pneumopatia cronico ostruttiva, la famigerata BPCO.  Migliora la funzionalità del polmone e riduce la colesterolemia. Previene le malattie cardiovascolari ed il diabete. Tutto questo in una “botta” sola e basato su evidenze. Non stupisce che grazie ad esso Ercole conquista l’immortalità nel giardino delle Esperidi e che Isaac Newton, in piena epidemia di peste, intuì la legge di gravitazione universale. Stiamo ovviamente parlando della mela, frutto dell’albero più coltivato al mondo.

Caro lettore, domenica scorsa abbiamo incontrato il Professor Liu della Cornell University (USA) e lo studio sulla vitamina C contenuta nella mela. Nel lavoro su “Nature”, Liu e collaboratori avevano pubblicato i risultati della loro ricerca: in pratica avevano scoperto che l’attività antiossidante della vitamina C presente nella mela (circa 5,7 mg in 100 grammi di mela) era “moltiplicata” per 263 volte (come se ci fossero 1.500 mg di vitamina C in 100 grammi di mela), grazie ad una serie di composti analoghi che ne “amplificava” la sua attività.  Andando ad analizzare il contenuto di micronutrienti, il nostro Professore Liu, in una ulteriore ricerca [1] ha trovato che le mele contengono una varietà di sostanze fitochimiche (tra cui quercetina, catechina, cloridzina e acido clorogenico), le quali sono tutte forti antiossidanti. Inoltre, tale composizione fitochimica differiva notevolmente tra le varietà di mele e subiva piccoli cambiamenti anche  durante la maturazione delle stesse.

Qual è l’effetto di tutto questo complesso fitochimico delle mele sulla nostra salute?  In uno studio finlandese, che ha coinvolto 10.000 persone tra uomini e donne, per un periodo di follow-up di 24 anni, è stata osservata una forte associazione inversa tra l’assunzione di flavonoidi e lo sviluppo del cancro del polmone [2]. Nella popolazione campionata, l'assunzione di flavonoidi media era di 4,0 mg al giorno e il 95% dell'assunzione di flavonoidi totali era composta dalla quercetina. Mele e cipolle hanno fornito insieme il 64% di tutto l'assunzione di flavonoidi. Il ridotto rischio di carcinoma polmonare associato ad un aumento del consumo di flavonoidi è stato particolarmente forte nei giovani e nei non fumatori.  Le mele erano gli unici alimenti specifici che erano inversamente correlati al rischio di cancro ai polmoni. 

Poiché le mele erano la principale fonte di flavonoidi nella popolazione finlandese, si è concluso che i flavonoidi delle mele erano probabilmente responsabili della riduzione del rischio di cancro ai polmoni.La relazione tra catechine alimentari e carcinoma epiteliale è stata, invece, esaminata in 728 uomini (di età compresa tra 65 e 84 anni) nell'ambito dello Zutphen Elderly Study [3]. Il tè, una fonte naturalmente alta di catechine, ha contribuito per l'87% dell'assunzione totale di catechina in questo studio, mentre le mele hanno contribuito all'8,0% dell’introito di catechina. È stato scoperto che il consumo totale di catechina del tè non ha avuto effetti sul cancro polmonare, ma il consumo di mele è stato associato a una ridotta incidenza di cancro polmonare epiteliale [3]. 

Ciò ha supportato i risultati di altri studi, nei quali le mele erano inversamente associate in maniera significativa al cancro del polmone e potrebbe suggerire che le catechine da sole non giocano un effetto contro i tumori del polmone. Altri dati dello studio Zutphen Elderly hanno mostrato un'associazione inversa tra flavonoidi di frutta e verdura e l'incidenza totale  di tumori e dei tumori dell’apparato alimentare e respiratorio [4]. Inoltre, in uno studio condotto su oltre 13.000 adulti nei Paesi Bassi, è emerso che le mele potrebbero influire positivamente sulla funzione polmonare [5].  L'assunzione di mela e pera era associata alla buona funzionalità polmonare e riduceva il rischio della bronco-pneumopatia cronica ostruttiva. Anche l'assunzione di catechina era associata alla funzione polmonare e negativamente associata alla malattia polmonare ostruttiva cronica, ma non vi era alcuna associazione tra il tè, la principale fonte di catechine, e la bronco-pneumopatia cronica ostruttiva [5].  Uno studio su circa 2500 uomini gallesi di mezza età (45-59 anni) ha anche mostrato un effetto benefico del consumo di mele sulla funzione polmonare [6].  In questo lavoro, la funzione polmonare è stata misurata come volume espiratorio massimo (FEV) in un secondo ed è stata positivamente correlata con il consumo di agrumi (in frutto tal quale o in  succo o come spremuta) e con le mele. 

Tuttavia, l'associazione con agrumi ha perso significato dopo l'aggiustamento per il fumo. Mentre, il consumo di mele è rimasto positivamente correlato con la funzione polmonare, anche dopo aver preso in considerazione i possibili fattori di confondimento come il fumo, l'indice di massa corporea, la classe sociale e l'esercizio fisico. In particolare, coloro che consumavano cinque o più mele alla settimana avevano un FEV significativamente maggiore di 138 ml rispetto a quelli che non consumavano mele [6]. Non solo le mele possono aiutare a ridurre il rischio di malattie cardiache, cancro e asma, ma il loro consumo può anche essere associato a un rischio inferiore di diabete.  Infatti, in uno studio finlandese condotto su 10.000 persone, un ridotto rischio di diabete di tipo II era associato al consumo di mele [7]. Un maggiore apporto di quercetina, un componente importante delle bucce di mela, era anche associato a un ridotto rischio nel diabete di tipo II.

In un altro studio finlandese che esaminava l'assunzione di flavonoidi e la mortalità coronarica, è stato scoperto che l'assunzione totale di flavonoidi era inversamente associata in maniera significativa alla mortalità coronarica nelle donne, ma non negli uomini [8]. I dati emersi da questo stesso studio di coorte hanno anche mostrato l'effetto dell'assunzione di quercetina e mela sulla malattia cerebrovascolare [9]. Coloro che avevano il più alto consumo di mele avevano un minor rischio di ictus trombotico rispetto a quelli che consumavano le più basse quantità di mele [9]. L'assunzione di cipolla e l'assunzione di quercetina non erano associate a ictus trombotico o altre malattie cerebrovascolari. Alcuni degli effetti protettivi della mela contro le malattie cardiovascolari possono derivare dalla sua potenziale capacità di abbassare il colesterolo plasmatico.  Aprikian et al. hanno scoperto che quando la dieta di ratti nutriti con colesterolo veniva integrata con mele liofilizzate, si verificava un calo significativo del colesterolo plasmatico e un aumento delle lipoproteine ​​ad alta densità (HDL). Inoltre, questi ricercatori hanno scoperto che l'escrezione di colesterolo era aumentata nelle feci dei ratti nutriti con mele, suggerendo un ridotto assorbimento del colesterolo a livello intestinale [10]. 

In un ulteriore studio, un simile effetto di riduzione del colesterolo è stato osservato nei topi nutriti con colesterolo, i quali mangiavano anche mele, pere e pesche. Le mele hanno avuto un maggiore effetto di riduzione del colesterolo rispetto agli altri due frutti [11].  I tre frutti hanno anche aumentato il potenziale antiossidante del plasma, attribuito principalmente alle mele [11]. Infatti, mele, pere e pesche avevano tutte un contenuto di fibre simile, ma le mele contenevano più composti fenolici, la qualcosa suggerisce che probabilmente i fenolici nelle mele contribuiscono in maniera significativa a potenziare l’effetto antiossidante [11].


Bibliografia.

1 . Boyer, J., Liu, R.H. Apple phytochemicals and their health benefits. Nutr J 3, 5 (2004). doi.org/10.1186/1475-2891-3-5

2 . Knekt P, Jarvinen R, Seppanen R, Heliovaara M, Teppo L, Pukkala E, Aromaa A: Dietary flavonoids and the risk of lung cancer and other malignant neoplasms. Am J Epidemiol. 1997, 146: 223-230.

3 . Arts I, Hollman P, Mesquita H, Feskens E, Kromhout D: Dietary catechins and epithelial cancer incidence: the Zutphen Elderly Study. Int J Cancer. 2001, 92: 298-302. 10.1002/1097-0215(200102)9999:9999<::AID-IJC1187>3.0.CO;2-8.

4 . Hertog M, Feskens E, Hollman P, Katan M, Kromhout D: Dietary flavonoids and cancer risk in the Zutphen Elderly study. Nutr Cancer. 1994, 22: 175-184.

5 . Tabak C, Arts I, Smit H, Heederik D, Kromhout D: Chronic obstructive pulmonary disease and intake of catechins, flavonols, and flavones. Am J Respir Crit Care Med. 2001, 164: 61-64.

6 . Butland B, Fehily A, Elwood P: Diet, lung function, and lung decline in a cohort of 2512 middle aged men. Thorax. 2000, 55: 102-108. 10.1136/thorax.55.2.102.

7 . Knekt P, Kumpulainen J, Jarvinen R, Rissanen H, Heliovaara M, Reunanen A, Hakulinen T, Aromaa A: Flavonoid intake and risk of chronic diseases. Am J Clin Nutr. 2002, 76: 560-568.

8 . Knekt P, Jarvinen R, Hakkinen R, Reunanen A, Maatela J: Flavonoid intake and coronary mortality in Finland: a cohort study. BMJ. 1996, 312: 478-481

9 . Knekt P, Isotupa S, Rissanen H, Heliovaara M, Jarvinen R, Hakkinen R, Aromaa A, Reunanen A: Quercetin intake and the incidence of cerebrovascular disease. Eur J Clin Nutr. 2000, 54: 415-417. 10.1038/sj.ejcn.1600974.

10 . Aprikian O, Levrat-Verny M, Besson C, Busserolles J, Remesy C, Demigne C: Apple favourably affects parameters of cholesterol metabolism and of anti-oxidative protection in cholesterol fed rats. Food Chem. 2001, 75: 445-452. 10.1016/S0308-8146(01)00235-7.

11 . Leontowicz H, Gorinstein S, Lojek A, Leontowicz M, Ciz M, Soliva-Fortuny R, Park Y, Jung S, Trakhtenberg S, Martin-Belloso O: Comparative content of some bioactive compounds in apples, peaches, and pears and their influence on lipids and antioxidant capacity in rats. J Nutr Biochem. 2002, 13: 603-610. 10.1016/S0955-2863(02)00206-1.

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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