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Diabetici "acquisiti", volete guarire? Cambiate stile di vita

Il 90% dei casi di diabete è costituito dal diabete di tipo-2. I principali fattori di rischio sono legati agli stili di vita e la prevenzione è davvero importante, al contrario del diabete di tipo-1 che è di origine autoimmune.

Diabetici "acquisiti", volete guarire? Cambiate stile di vita

Il controllo di cinque fattori di rischio è in grado di ridurre significativamente la mortalità e l’incidenza degli eventi cardiovascolari nei pazienti con diabete di tipo 2.

Il 90% dei casi di diabete è costituito dal diabete di tipo-2.  I principali fattori di rischio di questa malattia sono legati agli stili di vita e la prevenzione è davvero importante, al contrario del diabete di tipo-1 che è di origine autoimmune e nel quale la prevenzione può fare ben poco. “Il diabete - scrive il Ministero della Salute - rappresenta un grosso problema sia di tipo sociale che economico: la spesa sostenuta dal Servizio sanitario nazionale per curare le persone con diabete ammonta a circa 15 miliardi di euro l’anno (Rapporto Arno Diabete 2015); la spesa sanitaria pro capite annua nelle persone con diabete è circa doppia rispetto a quella dei non diabetici. Secondo i dati Istat 2016 in Italia sono oltre 3 milioni le persone affette da diabete, il 5,3% dell'intera popolazione.”* Quindi, la prevenzione dei fattori di rischio per il diabete di tipo-2 può incidere nella riduzione dei costi sociali, oltre che evitare la sofferenza individuale e prevenire la mortalità prematura e gli eventi cardiovascolari.  I pazienti con diabete di tipo 2, infatti, presentano rischi di morte ed eventi cardiovascolari da 2 a 4 volte superiori ai rischi della popolazione generale [1]. Ma in concreto che cosa si può fare per quei soggetti che hanno il diabete tipo-2 per ridurre i rischi di mortalità cardiovascolare? Iniziamo col dire che il diabete di tipo 2 è una malattia complessa la quale necessita di cure mediche continue con strategie globali e multifattoriali per ridurre il rischio cardiovascolare. Il diabete è, quindi, considerato pericoloso quanto la malattia cardiovascolare nella sua associazione con la morte prematura e con gli eventi cardiovascolari, ma fino a che punto la modifica dei fattori di rischio dei pazienti può mitigare questa associazione? 

I risultati di studi randomizzati supportano una serie di interventi mirati a fattori di rischio isolati come i livelli elevati di emoglobina glicata, pressione sanguigna e colesterolo per prevenire o rinviare le complicanze del diabete di tipo 2.  Lo studio Steno-2 ha indagato gli effetti del controllo multifattoriale del fattore di rischio mediante la modifica degli stili di vita e della terapia farmacologica ed ha trovato una riduzione duratura dei rischi di morte e degli eventi cardiovascolari tra i pazienti nei quali questi rischi sono stati ridotti, rispetto ai soggetti assegnati in modo casuale alle terapie standard [2-3].  In uno studio pubblicato il 16 agosto di quest’anno sul New England Journal of Medicine, alcuni ricercatori hanno utilizzato il registro nazionale svedese del diabete di tipo 2 per determinare se fosse possibile eliminare o ridurre l'eccesso di rischio di morte e di eventi cardiovascolari (ictus, infarto miocardico acuto e ospedalizzazione per insufficienza cardiaca) mediante il controllo di cinque fattori di rischio - emoglobina glicata, colesterolo LDL, albuminuria, fumo di tabacco e pressione sanguigna. Durante un follow-up mediano di 5,7 anni, i ricercatori hanno confrontato 271.174 persone con diabete a 1.355.870 controlli senza diabete e abbinati per età, sesso e contea di residenza. Il rischio associato al diabete in eccesso è diminuito con ogni variabile che è rientrata nell'intervallo di riferimento. Le persone con diabete e valori ottimali per tutti e cinque i fattori di rischio avevano un rischio simile di morte come i controlli, ed un rischio significativamente inferiore per infarto miocardico acuto. Tuttavia, il loro rischio di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca è rimasto costantemente più alto. L'effetto di avere fattori di rischio all'interno degli intervalli target sembrava più importante negli individui più giovani. Inoltre, il fumo era il più forte predittore di morte.Questo studio costituisce un'ottima notizia: il rischio associato al diabete di tipo 2 può essere eliminato con il controllo dei fattori di rischio. 

Una domanda rimanente è quali strategie di trattamento, se ce ne sono, possono produrre ciò che è stato trovato in questo studio osservazionale, in particolare per quanto riguarda il glucosio, il colesterolo LDL e il controllo della pressione arteriosa. Anche se oggi non possiamo rispondere a questa domanda, i risultati sono promettenti circa l’ipotesi che il diabete di tipo 2 non debba essere più considerato un rischio ineliminabile.


Note

* Ministero della Salute. Campagna per la prevenzione del diabete di tipo 2. (Disponibile all’indirizzo: http://www.salute.gov.it)


Bibliografia


1 . Rawshani A, Rawshani A, Franzén S, et al. Mortality and cardiovascular disease in type 1 and type 2 diabetes. N Engl J

Med 2017; 376: 1407-18.

2 . Gaede P, Lund-Andersen H, Parving H-H, Pedersen O. Effect of a multifactorial intervention on mortality in type 2 diabetes. N Engl J Med 2008; 358: 580-91.

3 . Gaede P, Vedel P, Larsen N, Jensen GVH, Parving H-H, Pedersen O. Multifactorial intervention and cardiovascular disease in patients with type 2 diabetes. N Engl J Med 2003; 348: 383-93.

4 . Rawshani A, Rawshani A, Franzén S, Sattar N, Eliasson B, Svensson AM, Zethelius B, Miftaraj M, McGuire DK, Rosengren A, Gudbjörnsdottir S. Risk Factors, Mortality, and Cardiovascular Outcomes in Patients with Type 2 Diabetes. N Engl J Med. 2018 Aug 16;379(7):633-644.

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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