IL MATTINO
il caso
14.12.2025 - 15:49
ospedale San Raffaele
Un weekend che ha gettato la sanità lombarda nel caos più totale mettendo in evidenza fragilità e carenze strutturali che nessuno avrebbe mai immaginato in un ospedale di alta reputazione come il San Raffaele. Le ore che hanno segnato il 5-7 dicembre 2025 sono state un vero e proprio incubo per pazienti e personale sanitario. Il terzo piano del padiglione “Iceberg” dell'ospedale privato milanese, destinato a terapia intensiva e reparti critici, è stato teatro di disservizi gravi, confusione totale e inefficienze che hanno letteralmente messo a rischio la vita dei pazienti. La carenza di personale qualificato, aggravata dalla gestione assai approssimativa di una cooperativa esterna ha paralizzato l’attività assistenziale, con infermieri non preparati e mal equipaggiati che non sono riusciti nemmeno a gestire la somministrazione di farmaci vitali. In poche ore il sistema sanitario lombardo ha dimostrato la sua fragilità e le dimissioni dell’amministratore unico dell’ospedale Francesco Galli sono state solo l’epilogo di un fine settimana drammatico che ha lasciato cicatrici difficili da cancellare, sia per il San Raffaele, sia per la cooperativa protagonista di questa triste vicenda: Auxilium Care.
Il disastro organizzativo, che ha coinvolto tre reparti d'area critica, ha suscitato indignazione e preoccupazione tanto tra i professionisti già assunti dall'ospedale quanto tra i pazienti e le loro famiglie. Secondo le testimonianze raccolte alcuni infermieri della cooperativa non sapevano nemmeno come si chiamavano i farmaci che dovevano somministrare ai pazienti, mentre altri non comprendevano appieno le istruzioni in italiano, creando così un ambiente di totale confusione. La situazione è degenerata al punto che, in alcuni casi, gli infermieri sono stati trovati abbandonare il loro posto di lavoro durante i turni, lasciando i pazienti senza assistenza. Gli accertamenti iniziali dell'Ispettorato del Lavoro hanno già messo in luce possibili inadempimenti contrattuali e problematiche relative alla formazione e alle abilitazioni professionali degli infermieri coinvolti. È emerso che il personale non aveva mai ricevuto un affiancamento adeguato nei reparti critici, elemento fondamentale. L'assenza di preparazione ha avuto pesanti ricadute sul corretto svolgimento delle mansioni infermieristiche rischiando di compromettere la salute dei pazienti. Fortunatamente, al momento, non sono emerse denunce formali su danni fisici a causa di errori nella somministrazione dei farmaci, ma le indagini sono ancora in corso.
Ad oggi il clima che si respira all’interno dell’ospedale è di sfiducia nei confronti della cooperativa, tanto che i sindacati hanno messo in guardia i dipendenti interni, esortandoli a non accettare turni di coabitazione con il personale della Auxilium Care. Le preoccupazioni riguardano non solo la professionalità degli infermieri inviati dalla cooperativa, ma anche il rischio di implicazioni legali per chi si troverebbe a lavorare a stretto contatto con loro, avvertendo che "anche in buona fede, si rischia di incorrere in situazioni penalmente perseguibili".
A seguito del caos che ha caratterizzato il weekend dal 5 al 7 dicembre, la Procura di Milano ha aperto un'inchiesta conoscitiva, senza ipotesi di reato né indagati al momento. L'inchiesta si concentra sull'affidamento del servizio infermieristico alla cooperativa Auxilium Care e sulle possibili irregolarità legate alla sua gestione. Le indagini sono coordinate dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano e dal pm Paolo Filippini, e dovranno accertare le cause dei disservizi, verificando la correttezza del contratto stipulato e il rispetto degli obblighi di formazione del personale. Intanto anche i carabinieri del Nas e la Squadra Mobile hanno trasmesso le proprie relazioni alla procura, e l'Ispettorato del Lavoro e l'Agenzia di Tutela della Salute di Milano hanno effettuato sopralluoghi nel reparto per cercare di fare luce su quanto accaduto.
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