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Quei legami di sangue che la leucemia "dimentica"

Il ricordo è il significato al quale in semiotica il sangue rimanda, ed è quello cui sono più affezionato; perché in qualche modo definisce i legami e gli affetti, con qualcuno o un luogo.

Quei legami di sangue che la leucemia "dimentica"

«Pensai a quanti luoghi ci sono nel mondo che appartengono così a qualcuno, che qualcuno ha nel sangue e nessun altro li sa.», scriveva Cesare Pavese in "Il diavolo sulle colline". Che cosa sarebbe la vita senza la poesia, senza il naufragare sul senso dei legami e dei luoghi? Che senso avrebbe la Medicina e la stessa Prevenzione Nutrizionale senza i simboli ai quali l’amore per il sapere tramuta l’arte in scienza e gli studi in conoscenza?

Tra i significati del sangue in semiotica* quello al quale sono più affezionato è il ricordo. Rimanda ai legami e agli affetti, con qualcuno o un luogo. “Pensai a quanti luoghi ci sono nel mondo che appartengono così a qualcuno, che qualcuno ha nel sangue e nessun altro li sa.”, scriveva Cesare Pavese in Il diavolo sulle colline. Caro mio lettore, avevo bisogno di un incipit per introdurre le neoplasie del sangue; ma non posso partire sparato a raccontar di malattie e prevenzione nutrizionale. Che cosa sarebbe la vita senza la poesia, senza il naufragare sul senso dei legami e dei luoghi, sulle metafore alle quali la vita rimanda? Che senso avrebbe la Medicina e la stessa Prevenzione Nutrizionale senza i simboli ai quali l’amore per il sapere tramuta l’arte in scienza e gli studi in conoscenza?

La leucemia infantile è una delle poche storie di successo nella nostra guerra contro il cancro, con una speranza di vita di oltre 10 anni che raggiunge il 90% dei casi (1). Anche se colpisce ancora i ragazzi rispetto ad altre forme di cancro ed è più probabile di 10 volte rispetto agli adulti, e in quest’ultimi i trattamenti sono meno efficaci (2). I tumori del sangue sono alcune volte chiamati anche “liquidi”, poiché le cellule neoplastiche circolano attraverso tutto il corpo piuttosto che essere concentrate in una masserella solida. Questi cancri tipicamente iniziano silenziosamente nel midollo osseo, un tessuto spugnoso che si trova nelle nostre ossa e dove si formano i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine. Quando si è in salute, i globuli rossi trasportano l’ossigeno a tutti i tessuti, i globuli bianchi combattono con le infezioni e le piastrine rimarginano le ferite. Molti tumori ematici coinvolgono i globuli bianchi.

I tumori dei globuli bianchi possono essere suddivisi in tre tipologie: leucemia, linfoma e mieloma. La leucemia è una malattia nella quale il midollo osseo produce freneticamente globuli bianchi anomali. A differenza di quelli normali, questi non sono in grado di combattere contro le infezioni. Inoltre alterano la capacità del midollo osseo a produrre globuli rossi e bianchi normali, creando le condizioni per andare incontro ad anemia, infezione e morte (3).

Il linfoma è un cancro del sangue a carico dei linfociti, che sono globuli bianchi specializzati. I linfociti si moltiplicano rapidamente e si accumulano nei linfonodi, piccoli organi sparsi in tutto il corpo, incluse le ascelle, il collo e l’inguine. I linfonodi aiutano a filtrare il sangue. Come nella leucemia, il linfoma può alterare la capacità di produrre cellule sane e altera la capacità di contrastare le infezioni. Il linfoma di Hodgkin può colpire i giovani adulti, ma è una rara e curabile forma di linfoma. I linfomi non-Hodgkin, invece, sono più difficili da trattare ed il loro rischio aumenta con l’età. 

La prevalenza delle leucemia in Italia è di 102 casi su 100.000 abitanti, con un netto stacco del Nord rispetto al Sud; su 100.000 abitanti, 209 casi al Nord contro i 98 al Sud. (4)  Per il Linfoma di Hodgkin la prevalenza è di 80 casi su 100.000 abitanti. Su 100.000 abitanti, al Nord ci sono 169 casi, mentre al Sud s73 (4). I Linfomi non-Hodgkin sono più frequenti: 188 casi su 100.000 abitanti in Italia; ben 440 al Nord e 133 al Sud, sempre su una popolazione di 100.000 abitanti (4). In ultimo, il mieloma è un cancro delle plasma cellule, che sono i globuli bianchi che producono anticorpi, le proteine che attaccano direttamente gli agenti estranei o le cellule infettate per neutralizzarle o marcarle per la distruzione. Le cellule neoplastiche del plasma possono spingere le cellule sane dal midollo osseo e produrre anticorpi anomali che vanno ad intasare i reni. Circa il 90% dei malati di mieloma sono diagnosticati per la presenza di masserelle di cellule neoplastiche in più midolli ossei, da qui il termine di mieloma multiplo.

La prevalenza del Mieloma Multiplo in Italia è di 40 casi su 100.000 abitanti (la prevalenza è tripla al Nord con 90/100.000 rispetto al Sud 30/100.000) (4). Molti malati di mieloma multiplo sopravvivono solo pochi anni dopo la diagnosi. Anche se trattabile, il mieloma multiplo è considerato incurabile. Per questo motivo, la prevenzione è tutto. Fortunatamente, il cambiamento nello stile alimentare può ridurre il rischio di tutte le forme tumorali del sangue, compreso il mieloma multiplo (5).

Vediamo, quindi, dal punto di vista della prevenzione nutrizionale che cosa ci dicono gli studi scientifici. Dopo aver seguito oltre 60.000 persone per più di 12 anni, i ricercatori dell’Università di Oxford hanno trovato che i soggetti con alimentazione a base vegetale hanno un basso rischio di sviluppare tutte le forme di cancro. L’incidenza della leucemia, del linfoma e del mieloma multiplo in coloro che consumano alimenti vegetali è di circa la metà di quelli che mangiano carne (6). Perché mai chi consuma alimenti vegetali ha un così basso rischio? Il British Journal of Cancer conclude “Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere i meccanismi di tali evidenze” (7). Mentre, vengono ricercate le ragioni, perché non consumare più vegetali?

La chiave per la prevenzione del cancro ed il trattamento è quella di controllare la moltiplicazione delle cellule neoplastiche senza interferire sulle cellule sane. La chemio e la radio-terapia possono fare un ottimo lavoro nell’annientare le cellule tumorali, ma quelle sane possono essere anch’esse colpite. Alcuni principi attivi contenuti nei vegetali possono essere più selettivi. Ad esempio, il sulforafano, uno dei principi attivi più potenti anticancro contenuto nelle crucifere, annientano le cellule leucemiche in poche ore nella piastra di Petri e non interferiscono sulle cellule sane (8). Le crucifere comprendono i broccoli, il cavolfiore e il cavolo, la rapa, ecc. 

È intrigante che il sulforafano funzioni in laboratorio, ma ciò che davvero conta è se le persone con tumori ematici che mangiano molta verdura sopravvivono più a lungo rispetto a coloro che non ne mangiano. Per circa 8 anni, i ricercatori dell’Università di Yale hanno seguito oltre 500 donne con linfoma non-Hodgkin. Coloro che hanno iniziato a mangiare tre o più porzioni di verdura al giorno avevano una migliore sopravvivenza del 42% rispetto a quelle che non ne mangiavano. Ortaggi verdi e freschi, tra cui insalata, verdura cotta e agrumi sono stati i più protettivi (9). Non si sa, tuttavia, se il miglioramento della sopravvivenza sia attribuibile al contrasto diretto del cancro o invece ad una migliore tolleranza della chemioterapia e radioterapia delle pazienti. L’editoriale  a commento della ricerca pubblicata su Leukemia & Lymphoma ha suggerito che “la diagnosi di linfoma può essere un momento di svolta per migliorare l’alimentazione” (10). Ovviamente si può anche non attendere una diagnosi di linfoma per decidersi a migliorare l’alimentazione.

Lo Iowa Women’s Healthy Study, che ha seguito oltre 35.000 donne per diversi decenni, ha trovato che quelle che mangiavano più broccoli e verdure avevano un basso rischio di linfoma non-Hodgkin (11). Allo stesso modo, uno studio della Mayo Clinic ha trovato che coloro che consumano cinque o più porzioni di ortaggi freschi a settimana aveva un rischio dimezzato di linfoma rispetto a chi ne consumava meno di una a settimana (12).

La protezione dei vegetali potrebbe essere data dagli antiossidanti presenti in frutta e verdura. Antiossidanti dietetici e non quelli contenuti negli integratori. Gli antiossidanti negli integratori non funzionano (13). 

* non semeiotica, che è la disciplina medica che studia i segni ed i sintomi delle malattie; ma “semiotica” (insegnata per tanti anni da Umberto Eco all’Università di Bologna), la scienza che studia il significato dei simboli utilizzati dagli uomini per comunicare tra loro.


Bibliografia

1. Hunger SP, Lu X, Devidas M, et al. Improved survival for children and adolescents with acute lymphoblastic leukemia between 1990 and 2005: a report from the children’s oncology group. J Clin Oncol. 2012;30( 14): 1663–9. 

2. National Cancer Institute Surveillance, Epidemiology, and End Results Program. SEER Stat Fact Sheets: Leukemia. http:// seer.cancer.gov/ statfacts/ html/ leuks.html. Accessed June 15, 2015. 

3. American Cancer Society. Cancer Facts & Figures 2014. Atlanta: American Cancer Society; 2014. 

4. AIRTUM Working Group. Italian cancer figures, report 2014: Prevalence and cure of cancer in Italy. Epidemiol Prev. 2014 Nov-Dec;38(6 Suppl 1):1-122.

5. Juranic Z, Besu I, Dajak M, Konic-Ristic A. Could the use of appropriate diet help in the prevention of multiple myeloma? J BUON. 2009 Apr-Jun;14(2):321-2.

6. Key TJ, Appleby PN, Spencer EA, et al. Cancer incidence in British vegetarians. Br J Cancer. 2009;101( 1): 192–7.

7. Vegetarians less likely to develop cancer than meat eaters [news release]. London, UK: British Journal of Cancer; July 1, 2009. http:// www.nature.com/ bjc/ press_releases/ p_r_jul09_6605098. html. Accessed March 11, 2015. 

8. Suppipat K, Park CS, Shen Y, Zhu X, Lacorazza HD. Sulforaphane induces cell cycle arrest and apoptosis in acute lymphoblastic leukemia cells. PLoS One. 2012;7( 12): e51251. 

9. Han X, Zheng T, Foss F, et al. Vegetable and fruit intake and non-Hodgkin lymphoma survival in Connecticut women. Leuk Lymphoma. 2010;51( 6): 1047–54. 

10. Thompson CA, Cerhan JR. Fruit and vegetable intake and survival from non-Hodgkin lymphoma: does an apple a day keep the doctor away? Leuk Lymphoma. 2010;51( 6): 963–4. 

11. Thompson CA, Habermann TM, Wang AH, et al. Antioxidant intake from fruits, vegetables and other sources and risk of non-Hodgkin’s lymphoma: the Iowa Women’s Health Study. Int J Cancer. 2010;126( 4): 992–1003. 

12. Holtan SG, O’Connor HM, Fredericksen ZS, et al. Food-frequency questionnaire-based estimates of total antioxidant capacity and risk of non-Hodgkin lymphoma. Int J Cancer. 2012;131( 5): 1158–68. 

13. Holtan SG, O’Connor HM, Fredericksen ZS, et al. Food-frequency questionnaire-based estimates of total antioxidant capacity and risk of non-Hodgkin lymphoma. Int J Cancer. 2012;131( 5): 1158–68.

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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