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L'editoriale

A Pisa il pesce puzza dalla testa: si, a cominciare da quella di Draghi e Lamorgese

Se a Pisa si è manifestata clamorosamente la sconfitta della democrazia e della civiltà nel nostro Paese, i responsabili sono i mandanti politici della repressione del dissenso, sale della democrazia, di cui i poliziotti sono solo gli esecutori.

A Pisa il pesce puzza dalla testa: si, a cominciare da quella di Draghi e Lamorgese

Tace Giorgia Meloni, succo del brodo culturale in cui il Ventennio ha bollito la libertà di idee e opinioni, ma la deriva è iniziata con Draghi e Lamorgese, complici il PD e quelle organizzazioni sindacali e para-sindacali che oggi vorrebbero al patibolo il ministro dell’Interno Piantedosi.

A meno che non fossero armati di pistole, fucili, bazooka e coltelli - e non lo erano -, sarà inutile ogni tentativo di giustificare le manganellate della Polizia ai ragazzi di Pisa dopo averli asserragliati in un vicolo, con una strategia da missione miliare che lascia esterrefatti. Quelle della città toscana "sono scene che devono indurre tutti a una riflessione profonda e pacata per evitare che si ripetano in futuro”, riflette lucidamente persino Felice Romano, poliziotto e segretario del Siulp, concludendo: «A Pisa abbiamo perso tutti».
Ma, se a Pisa si è manifestata clamorosamente la sconfitta della democrazia e della civiltà nel nostro Paese, i responsabili sono i mandanti politici della repressione del dissenso, sale della democrazia, di cui i poliziotti sono solo gli esecutori. Tace Giorgia Meloni, succo del brodo culturale in cui il Ventennio ha bollito la libertà di idee e opinioni, ma la deriva è iniziata con Draghi e Lamorgese, complici il PD e quelle organizzazioni sindacali e para-sindacali che oggi vorrebbero al patibolo il ministro dell’Interno Piantedosi. Dov’era il PD e dov’erano i sindacati quando dal Viminale Lamorgese dava ordine di caricare brutalmente le persone che manifestavano contro il ricatto di Stato esercitato con l’iniezione del siero anti-covid, spacciato falsamente («Non ti vaccini, ti ammali, muori oppure fai morire col contagio» diceva Draghi, mentre la gente vaccinata continuava ad ammalarsi e a contagiare) dal primo ministro banchiere, organico al marketing europeo delle case produttrici del vaccino che nel marito della presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen avevano una solida sponda? I sindacati andavano a braccetto con Draghi contro i lavoratori (vero, Landini?), il PD applaudiva unendosi nella caccia agli untori non sierizzati. E la destra oggi istituisce una commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione del Covid che neppure cita Draghi, con l’intento esclusivo di processare Conte; non a caso, perché il Governo di Giorgia Meloni è straordinario interprete del suo predecessore anche per la repressione democratica che Draghi ha istituzionalizzato, con la complicità di tutti, nel silenzio dello stesso Capo di Stato che oggi ricorda a Piantedosi come l’uso dei manganelli è un fallimento, ma ieri ha taciuto su chi li ha aizzati contro gli italiani sottoposti a ricatti e persecuzioni anche per andare a lavorare e portare il pane a casa. Questa è storia, contemporanea, il resto sono polemiche del tutto inutili se i partiti politici, da destra a sinistra, non si adoperano per ristabilire l’ordine costituzionale che i nostri Padri fondatori hanno poggiato saldamente sui pilastri della libertà e della democrazia.

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Antonio Blasotta

Antonio Blasotta

Alla passione per la scrittura e la comunicazione ho dedicato il mio tempo, senza mai risparmiarmi. Così, da quando avevo 15 anni, ho scritto per diversi giornali (Puglia, La Gazzetta del Mezzogiorno, il Roma), ho diretto la prima tv di Foggia, Teleradioerre; ed ho finito con il fondare la Casa Editrice "Il Castello", che, oltre ad editare diversi libri, pubblica "Il Mattino di Foggia". Divido la mia vita tra la passione editoriale e quella per la formazione relazionale e direzionale, essendo Master Trainer con licenza USA di PNL.

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