IL MATTINO
IL PIANETA VEGA
17.07.2016 - 13:26
Cari abitanti di Pianeta Vega, scusate per la momentanea e prolungata assenza dalle pagine virtuali ma sono stata in viaggio sulla Terra per cercare di diffondere il nostro verbo. Chiedo venia!
Gli ultimi giorni, poi, sono stati letteralmente funestati da notizie sconcertanti. Dallo scontro dei treni in Puglia alla strage di Nizza passando per il (vero o presunto) colpo di Stato in Turchia e le tante altre morti silenziose che avvengono ogni giorno in altre parti del pianeta. Tutto con uno o al massimo due denominatori comuni: soldi e potere.
Eventi che ci mettono di fronte con urgenza sempre maggiore alla necessità di un mondo veramente cruelty free. Quando parliamo di cruelty free infatti non ci riferiamo, lo sappiamo, solo alle varie istanze animaliste, ma a un mondo più giusto, più umano. Due attributi, "giusto" e "umano", che dovrebbero suonare come una tautologia ma visti gli sviluppi dell'umanità sembrano addirittura essere diventati opposti nel loro significato. Sembra quasi che "umano" sia diventato sinonimo di violenza, avidità, distruzione. Abbiamo davvero bisogno di riappropriarci della nostra identità di uomini, ora come in pochi altri momenti della Storia. E abbiamo anche tutti gli strumenti per farlo, abbiamo l'informazione a portata di mano, sempre, almeno in tanta parte del mondo, e l'ignoranza non può essere più la nostra scusa per restare indifferenti.
Quando parliamo di rivoluzioni, di nuovi modi di pensare e vivere, pensiamo alle grandi lotte politiche, pensiamo a scontri e a manifestazioni. Difficilmente ci viene in mente che la rivoluzione possa invece passare anche per la cucina. Ma è proprio così: il cibo è cultura - d'altra parte non si spiegherebbero altrimenti le discrepanze alimentari tra un continente e l'altro - ed è modo di stare insieme, modo di approcciarsi alla vita, modo di relazionarsi al creato. Molti vedono nel veganesimo solo una scelta alimentare, altri solo un altro modo per dare fastidio alla gente che sta comoda adagiata nelle sue tradizioni e convinzioni, altri un tipo di alimentazione tutto sommato salutare; pochi ancora, tra gli onnivori, vedono in esso ciò che realmente è, ossia una nuova direzione da imprimere, prima di tutto a livello concettuale, al mondo in cui viviamo.
Non voglio fare facile retorica, ma pensate che sia più facile che un terrorista nasca in un contesto di sfruttamento, disuguaglianza e incitamento alla morte, o in un contesto in cui si predica e si pratica il rispetto per ogni forma di vita? Intendiamoci, non è che questa sia la panacea per tutti i mali; purtroppo l'uomo è e sarà ancora per molto tempo incline alla violenza. Può succedere che una persona sia presa da un raptus e uccida. Ma un gesto del genere verrebbe, appunto, ricondotto nell'alveo di un momentaneo appannamento della coscienza, cosa molto diversa dal crescere e fomentarsi in un clima di odio e morte. Per questo è molto importante cominciare dal basso. Per questo è importante ricordare che amare e rispettare solo gli altri umani non basta. Non basta proprio perché la violenza è sempre dietro l'angolo. Bisogna pensare in grande per avere risultati accettabili; se pensiamo in modo limitato e limitante, avremo risultati mediocri, se non scarsi, se non nulli.
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