IL MATTINO
AntichiRitorni
05.11.2017 - 00:29
Consantin Hansen, Prométhée, 1845
Vi siete mai chiesti da dove nasca il detto “le bugie hanno le gambe corte”? Se state pensando che abbia a che fare con il mondo latino la risposta è sì. Racconta Fedro (noto autore di fiabe) che un giorno Prometeo (proprio quello che fu poi incatenato alla roccia) plasmò dall’argilla la Verità, affinché potesse riportare la giustizia tra gli uomini. Successivamente, mandato a chiamare da Zeus, affidò la sua officina all’apprendista Dolo (nome-parlante ovviamente, che vuol dire “inganno, frode”), che volle a sua volta fabbricare una statua in tutto identica a quella costruita da Prometeo, se non fosse che ad un certo punto l’argilla finì e non riuscì a completarne i piedi. Al suo ritorno Prometeo fu ammirato da tanta maestria e infornò entrambe le statue, conferendo a tutte e due il soffio vitale. Tuttavia, sebbene fossero identiche in tutto, mentre la Verità avanza con passo lento e sicuro, l’altra rimase ferma, poiché impedita nel muoversi. Ecco allora che fu chiamata Mendacium (“menzogna, bugia”), poiché, anche se assomiglia alla verità in tutto e per tutto, tuttavia alla fine, seppur lentamente, la Verità arriva sempre, mentre le bugie non vanno da nessuna parte. E dato che la Menzogna non poteva muoversi a causa del suo ‘difetto di fabbrica’ congenito fu creato il detto “Mendacium pedes non habet” ossia “la bugia non ha piedi” ovvero ha le gambe corte…
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