IL MATTINO
AntichiRitorni
01.10.2017 - 02:42
Tale era (ed è) il potere afrodisiaco di questa erba, così che anche il nostro Ovidio nell’“Ars amatoria” la definisce “eruca salax” o “herba salax”, cioè erba lussuriosa, e si narra che...
È forse considerato il piatto per eccellenza della tavola pugliese: stiamo parlando di pasta con la rucola (in prevalenza orecchiette o cavatelli rigorosamente fatti a mano), ma quello che forse non tutti sanno è che proprio questa pianta era considerata presso i nostri antenati latini come uno tra i più potenti afrodisiaci. Già qualche articolo fa (cfr. http://www.ilmattinodifoggia.it/blog/21192/La-defaillance-erotica--il-.html) parlammo delle erbe suggerite da Plinio il Vecchio per riattivare la “pars corporis” maschile, o l’“instrumentum” che dir si voglia, qualora questo avesse fatto cilecca, ebbene, nota con il nome latino di “eruca” (di cui rucola è il diminutivo), quest'erba era utilizzata dalle donne romane come potente eccitante nella preparazione di decotti per i mariti un po’ ‘pigri’; non è un caso che in un’operetta pseudo-virgiliana, il “Moretum”, si legge: «la rucola eccita il desiderio sessuale nelle persone assonnate», quindi se avete in casa un po’ di rughetta, la sera non ci saranno scuse… e poi costa poco e non c’è bisogno di rivolgersi a sapienti maghe per farsela preparare. Tale era (ed è) il potere afrodisiaco di tale erba, così che anche il nostro Ovidio nell’“Ars amatoria” la definisce “eruca salax” o “herba salax”, cioè erba lussuriosa, e si narra che, talvolta, nei campi dove era coltivata la rucola fosse presente una statua del dio Priapo (divinità rappresentata col fallo enorme poiché simbolo di fertilità). Si tratta solo di leggende? A quanto pare no; è infatti dimostrato che «I ricercatori del dipartimento di Scienze farmacologiche dell’Università di Milano e di quello di Scienze farmaceutiche dell’Università di Bologna hanno provato a verificare sperimentalmente l’efficacia della rucola come eccitante sessuale, testando alcune piante dotate di componenti capaci di inibire l’attività di un enzima, la Fosfodiesterasi-5, determinante nella perdita dell’erezione. Ebbene, la rucola è risultata una delle specie analizzate più efficaci nell’inibizione di questo enzima. Dato, quest’ultimo, che pare confermare scientificamente gli effetti afrodisiaci che la tradizione attribuisce a questa pianta»*. Se a ciò si aggiunge che il consumo di rucola previene il cancro alla prostata, che è ricca di antiossidanti essenziali, minerali e vitamine come potassio, vitamina K (che ostacola l’insorgere dell’osteoporosi), vitamina C, magnesio e manganese, allora vale proprio la pena di dire: consumate più rucola!
*dato attinto dal sito http://www.megliosapere.info/2010/12/rucola/
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