Cerca

AntichiRitorni

Il complesso di Edipo? Ce l’avevano già le figlie di Lot

Dalle orge incestuose nella Bibbia a Freud

Il complesso Edipo? Ce l’avevano già le figlie di Lot

Luca Giordano, Lot e le sue figlie

Tutti conosciamo il buon Lot: nipote di Abramo, fu l’unico uomo saggio di Sodoma, tanto che gli angeli del Signore, ospitati a casa sua, gli dicono di abbandonare la città con la sua famiglia ma di non girarsi mai indietro

Si sente spesso parlare in psicanalisi, ma anche nella vita quotidiana, di complesso di Edipo. Perché? Forse che il povero Edipo aveva complessi? A dir il vero il ‘nostro’ Edipo, quello di Sofocle o di Seneca per intenderci, non aveva complessi e la sua è una storia alquanto tragica. Il mito narra che un oracolo avesse predetto a Laio, re di Tebe, che sarebbe stato ucciso da suo figlio, cosicché il re decretò che il piccolo dovesse morire, ma il servitore, mosso a pietà, abbandonò il bimbo che crebbe lontano, ignaro delle sue origini. Una volta adulto, Edipo incontra il carro del re sulla strada per il santuario di Delfi e, in seguito ad un litigio sulla precedenza (un po’ come a Foggia), accoppa Laio e tutta la scorta; ovviamente non sapendo né che fosse il padre né che fosse il re. Giunto a Tebe, libera la città dalla peste risolvendo l’enigma della sfinge e viene acclamato re, per cui gli viene data in sposa la regina Giocasta. Solo in seguito Edipo scoprirà di aver ucciso suo padre e sposato sua madre, dalla quale aveva intanto avuto quattro figli. Orbene, a coniare il sintagma “complesso di Edipo” è stato Sigmund Freud, quando spiega che nella fase tra i 3 e i 6 anni il bambino avverte una serie di pulsioni e di attaccamento verso il genitore di sesso opposto e, al contempo, una sorta di rivalità verso il genitore dello stesso sesso. Guardato così il complesso edipico sembrerebbe un ‘problema’ incestuoso (sebbene a livello inconscio), ma in realtà costituisce un passaggio fondamentale nella fase di crescita del bambino, questo se abbiamo il suo superamento. Infatti, se è vero che in una prima fase il bambino desidera prendere il posto del genitore/rivale, al tempo stesso poiché il rivale è anche oggetto d’amore, il desiderio di sopraffarlo scatena l’angoscia di perderlo; è vero poi che in una seconda fase il bambino rinuncia ai desideri possessivi, amorosi e ostili, attraverso una identificazione con i genitori e tramite l’interiorizzazione del divieto*. A ben guardare Edipo c’entra poco, perché il povero figlio di Laio, non era assolutamente consapevole di quanto gli stesse accadendo ma la sua storia ha sicuramente fatto scalpore, dal momento che per la prima volta in Grecia si discuteva di un tema tabù come quello dell’incesto. A dire il vero, tuttavia, l’incesto (tra consanguinei o affini) era tollerato in molti popoli e religioni del Mediterraneo: non dimentichiamo che uno dei faraoni più amati d’Egitto, Tolomeo II Filadelfo, era sposato con sua sorella Arsinoe (infatti l’appellativo “filadelfo” deriva da philos + adelphòs = amante del consanguineo). Ma ancora prima, già nella Bibbia, scorgiamo quello che oggi è il complesso di Edipo. Ci troviamo in Genesi 19, 30-38, protagonista dell’episodio è Lot. Tutti conosciamo il buon Lot: nipote di Abramo, fu l’unico uomo saggio di Sodoma, tanto che gli angeli del Signore, ospitati a casa sua, gli dicono di abbandonare la città con la sua famiglia ma di non girarsi mai indietro; la moglie di Lot però, spinta da curiosità, si volterà a vedere la punizione di Sodoma e verrà trasformata in una statua di sale che si dissolve al vento. Fin qui la parte nota della storia, quella meno nota è che Lot e le sue figlie giungono in un territorio disabitato (il perché non potevano unirsi alla tribù di Abramo non si capisce, ma la Bibbia è così…), dove non c’erano uomini; le figlie desiderano avere bambini per continuare la genealogia e dunque una notte fanno ubriacare Lot e si uniscono a lui (insomma, tutti a scandalizzarsi per le commedie di Aristofane, ma la prima orgia, finanche incestuosa, l’abbiamo nella Bibbia); i figli che nacquero da questa unione sono Moab e Ammon. Il racconto intendeva certo mostrare l’origine impura di due popoli, i Moabiti e gli Ammoniti, tradizionali nemici di Israele. Cosa ne pensate?

*Mi perdonino gli studiosi o gli specialisti in psicoterapia per aver sintetizzato al massimo questo punto che meriterebbe una trattazione a sé

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Castello Edizioni e Il Mattino di Foggia

Caratteri rimanenti: 400

Alba Subrizio

Alba Subrizio

«E quel giorno che ha potere solo sul mio corpo e su null’altro, ponga pure fine, quando vorrà, alla mia vita. Con la miglior parte di me volerò eterno al di sopra degli astri e il mio nome non si potrà cancellare, fin dove arriva il potere di Roma sui popoli soggiogati, là gli uomini mi leggeranno, e per tutti i secoli vivrò della mia fama…». Così Publio Ovidio Nasone conclude il suo capolavoro “Le Metamorfosi”; sulla scia del grande Sulmonese. E, allora, eccomi qui a raccontarvi di miti, eziologie e pratiche del mondo antico… che fanno bene anche oggi.

edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione