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Controverso

Lettera aperta di orgoglio foggiano ai delinquenti del "paese delle bombe"

Cari i miei concittadini che mettete le bombe, con queste vostre "belle azioni" state risucchiando, in un mondo che non è, tutti, proprio tutti, anche i vostri figli, fratelli, padri. Quanto vi fa male sentir dire "ah il paese delle bombe?", premesso che non siamo un paese?

La saracinesca del negozio "Bibop Fascion" fatta esplodere

La saracinesca del negozio "Bibop Fascion" fatta esplodere

Non credevo di essere così legata alla mia città o, meglio, non volevo saperlo. Sono una cittadina del mondo. Macché, legata a doppio filo a questa terra. Devo prenderne atto.
Quando a Termoli, chiedendomi di dove fossi, l'esclamazione e' stata "ah il paese delle bombe", ho mantenuto un certo controllo. Quando una signora, originaria di Foggia ma adottata ormai da anni dal nord mi ha detto "Foggia e' proprio brutta e chi resta, non si sa perché, non può far altro che resistere" ho cominciato a ribollire. Quando si è riparlato del paese delle bombe, ho minacciato di andarmene. Quando la signora adottata dal nord mi ha detto "ciao" le ho risposto stizzita "buon viaggio". Per la serie, resta lì se qui è tutto così brutto, se ci sono le bombe, e cancella pure quel che forse lontanamente ti lega alla mia terra, dato che non è certo la tua.
Il viaggio di ritorno e' stato un inferno. Quanti chilometri sono? Nella mia testa, infiniti. Pensavo al Prefetto, al Questore, al Procuratore, volevo dir loro di come mi ero sentita offesa ma non arresa, di come questo sentimento credo sia diffuso seppur taciuto, ma poi ho pensato "anche quelli che mettono le bombe sono della mia città, foggiani, anche loro amano la mia, la loro terra, anche loro qui hanno una famiglia, anche loro vivono tutte le contraddizioni di questa città, già... anche loro.
Ed è a loro che sto scrivendo. Il provincialismo di campanile non mi è mai piaciuto, come pure l'abusata distinzione "i buoni e i cattivi, chi di qua, chi di la', chi ha studiato, chi no" e l'elenco potrebbe continuare.
Però, cari i miei concittadini che mettete le bombe, con queste vostre "belle azioni" state risucchiando, in un mondo che non è, tutti, proprio tutti, anche i vostri figli, fratelli, padri. Quanto vi fa male sentir dire "ah il paese delle bombe?", premesso che non siamo un paese? A me tantissimo e, credo, anche a voi. Quante volte ci siamo detti, parlo dell'intera città e quindi anche di voi, dobbiamo rimboccarci le maniche e dare a questa città un'altra possibilità? Già, ma dobbiamo farlo insieme e, qui, vorrei essere chiara: nessuno deve delinquere, anzi! Se c'è chi lavora onestamente e c'è chi mette le bombe, beh non ci riusciremo mai, saremo marchiati per l'eternità. E sarà, purtroppo, chi da una parte tesse (ricordate la tela di Penolope) e chi dall'altra disfa? E sarà l'uno contro l'altro. Fino a quando ce la faremo, a queste condizioni, a trovare tutti il giusto spazio in questa città, dato che lo spazio economico e sociale e' già ogni giorno più ristretto, anche a causa vostra?Troppo facile, ed un po' da vigliacchi, dire non c'è lavoro, l'unico certo è quella della criminalità o presunta tale (e dico presunta perché la criminalità quella vera, quella organizzata, fa affari, soldi, business... se leggeste i giornali ve ne accorgereste e credo non vi offendereste). Troppo facile credere di far parte di un clan per darsi un'aria, un ruolo da boss di bassa lega, piccolo boss. E' più difficile, ma molto più bello, essere onesti, puliti, orgogliosi di far parte di questa città, questa comunità. E all'aperitivo della legalità avrei voluto vedere tanti volti che non conosco (sarebbero stati anche i vostri, quelli di chi mette le bombe). Non restate nei luoghi bui, lì alla fine qualcuno verrà a cercarvi e vi troverà, finirete - se una bomba non vi esplode nelle mani - in cella, in galera e quando uscirete non sarete più nessuno, nemmeno un piccolo boss, perché ci sarà stato qualcun altro che avrà preso il vostro posto ed avrà impoverito ancor di più la nostra città. Ma voglio anche pensare che, usciti di galera, non troverete più nessuno disposto a dirvi di mettere una bomba, manovalanza pura.
Mi direte, ma tu chi diavolo sei per dirci questo? E vi rispondo. Una persona che ama la sua terra come spero la amiate voi.
Dimostratemelo, dimostratevelo. Nessuno più dovrà dire "ah, il paese delle bombe".

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Daniela Eronia

Daniela Eronia

Di me hanno detto che sono stata una giornalista molto scomoda, poi un'imprenditrice troppo intraprendente. È così: quando una donna si dedica con passione alla città che ama, per renderla migliore, finisce con il creare inquietudini. Per aggiungerne qualcuna in più, torno a scrivere, nel solito mondo. A volte sarà irriverente, altre dissacrante. Sicuramente "controverso". Comunque, se vi fa piacere deciderete voi.

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