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Pensieri dell'altrove

La staffetta dell'amore, tra insegnamento e dono

La staffetta dell'amore, tra insegnamento e dono
Finché vivrà il mondo, avremo culle per la vita, cieli per i nostri sogni, case per i nostri corpi, coperte per i nostri freddi. E dita che si cercano, braccia che si riconoscono, stupori che si rinnovano.
Restituiamo sempre l'amore così come ce lo hanno insegnato. Così come lo abbiamo ricevuto, imparato, conosciuto. La dolcezza, la tenerezza,  l'accudimento, non li troviamo spiegati in un ricettario con le dosi e  l'eseguimento dell'operazione, ma li apprendiamo. Nel tempo li assorbiamo, li  affiniamo, diventano noi, diventano le nostre modalità emotive ed affettive. Non c'è  didattica scolastica, c'è esempio. Non c'è consegna letteraria, c'è  sentimentale e gratuita donazione. Siamo l'impronta genetica e biologica dei nostri genitori, ci portiamo come patrimonio gesti, atteggiamenti, gusti, qualche  volta la voce. Il colore degli occhi, certi movimenti delle mani, sfortunate  inclinazioni verso la solitudine, o la collera facile.

Da un certo punto in poi, però, la nostra casa comincia ad ospitare soffi di aria nuovi e diversi, dalle  finestre entrano colorate farfalle che portano novità di sentimenti e di  umanità varia. Cominciamo a mescolarci con altre anime, altri cuori, comincia  l'attrazione, la relazione, la sollecitazione della pelle. L'amore  spinge verso nuovi sguardi, nuove mani, produciamo e bruciamo passione. Ed ecco ripetersi la  vita, senza troppi ragionamenti, senza chiedere troppi permessi. Moltiplicazioni di cellule, di respiri, di battiti. Nuovi insegnamenti e nuovi apprendimenti. Un progetto universale inesauribile, addizioni e sostituzioni di materia umana senza soluzione di continuità. Finché vivrà il mondo, avremo culle per la vita, cieli per i nostri sogni, case per i nostri corpi, coperte per i nostri freddi. E dita che si cercano, braccia che si riconoscono, stupori che si rinnovano.

Restituiamo sempre l'amore, così come ci è stato dato. Intrecciato ai ricordi, alle usanze, alle culture, alle educazioni, agli esempi. Sperimentale ogni volta, eppure così antico. Esperienza unica ogni volta, eppure così ripetitiva. Tutti uguali, noi fratelli e sorelle di questa terra. Nasciamo tutti figli, muoriamo lasciando spazi ad altri figli. Tutti con lo stesso pianto, con lo stesso affamato bisogno d'amore, con la stessa pelle e lo stesso sangue, lo stesso fegato. Tutti che abbiamo bisogno di aria e di libertà, di orgoglio e di dignità.. Ma tutti, con una esclusiva e miracolosa identità, con un unico Io.  Irripetibile e solo. Che si stamperà nei gesti, nei passi, nei successi e nelle frustrazioni. Nell'orgoglio e nelle appartenenze, nelle scelte e nelle  negazioni. Poi, un giorno, solo nel ricordo. Perché sarà l'unico spazio in cui  ancora avremo diritti. Restituiamo sempre l'amore, così come ci è stato insegnato.

 

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Mariantonietta Ippolito

Mariantonietta Ippolito

Il pensiero è la forma più inviolabile e libera che un individuo possa avere. Il pensiero è espressione di verità, di crudezza, di amore. Quando il pensiero diventa parola il rischio della contaminazione della sua autenticità è alto. La scrittura, invece, lo assottiglia, ma non lo violenta. Io amo la scrittura, quella asciutta, un po’ spigolosa, quella che va per sottrazioni e non per addizioni. Quella che mi rappresenta e mi assomiglia, quella che proverò a proporre qui. Dal mondo di “Kabul” al vasto mondo dei pensieri dell’”altrove”.

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