Lunedí 21 ottobre, ore 14,30: una delle piú grandi catastrofi del XXI secolo si abbatte sul mondo intero. Non si tratta di un crollo delle borse finanziarie, non é uno tsunami e non si tratta nemmeno delle dimissioni in blocco dell'intero Parlamento italiano; di colpo il mondo si ferma perché la piú grande piazza del pianeta diventa inesorabilmente vuota: sí signori, stiamo parlando di facebook, il mondo virtuale che avvicina le persone, che dá sfogo alla rabbia della gente, che dá visibilitá al nulla, che ci avvisa se il nostro vecchio amico di scuola é diventato padre di un maschietto o di una femminuccia; di colpo la gente non sa piú se riuscirá a prendere sonno senza la buonanotte del vicino di casa che ti propone Margherita di Cocciante e chissá se riuscirá a sapere se all'indomani potrá conoscere se fuori c'é il sole o la pioggia senza dover alzare le tapparelle. Dalle 14.30 tutti hanno resettato i telefonini, hanno riavviato i pc, hanno spento e riacceso i router, hanno sudato freddo vivendo nel terrore che qualcuno li avesse segnalati all'organizzazione bloccando loro l'account. Ma verso le 15 son cominciate a circolare in rete le prime notizie che raccontano di una manutenzione straordinaria che avrebbe bloccato il piú grande social network in gran parte del mondo. E allora é tornata un po' di serenitá secondo la logica del "mal comune, mezzo gaudio". Con la grande speranza che quel bel giocattolo non si rompesse definitivamente, tutti abbiamo riflettuto su come in effetti quello che consideravamo un semplice gioco abbia cambiato, e non poco, la nostra vita allontanandoci, chi piú chi meno, dalla vita reale, dalle strette di mano e dall'incrocio degli sguardi. Forse questo black out ci ha lasciato un insegnamento e cioé quello di aver affidato alle nostre tastiere le nostre ambizioni di soloni, filosofi, giornalisti, allenatori di calcio, politici quasi dimenticando, nei casi piú gravi, la nostra reale identitá. Per fortuna, subito dopo le 16, si é riaperta la piazza e siamo tornati tutti a postare, commentare, linkare dopo aver goduto del dono di una saggia riflessione ma caro Mark Zuckerberg, quando devi fare il manutentore, per il bene delle nostre coronarie..... avvisaci prima.
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Alberto Mangano
Alberto Mangano, nato nel 1962, è laureato in Scienze Biologiche e svolge la professione di informatore scientifico. Appassionato di storia locale da sempre, ha realizzato il sito www.manganofoggia.it sulla storia, gli aneddoti e le curiosità sulla città di Foggia molto visitato e apprezzato in tutto il mondo. Tifoso del calcio foggiano, per cui ha maturato anche un'esperienza nel settore giovanile, partecipa a diverse trasmissioni televisive sportive come opinionista. Nel 2010 ha pubblicato per "Edizioni il Castello" il libro "Io non sono fuggito da Foggia", che ha riscosso un grosso successo, ben oltre le più rosee aspettative. Sempre per Edizioni il Castello, ha poi pubblicato "Da grande farò il sindaco di Foggia" (2011) e, nell'ottobre 2012, "I mille anni di Foggia"