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LUPO ALBERTO

E noi che speravamo nel rinnovamento della politica

E noi che speravamo nel rinnovamento della politica

Mai come in queste elezioni regna sovrana l'incertezza e la incapacitá di attribuire un programma politico all'una, all'altra o all'altra ancora formazione politica. In una nazione che voleva tuffarsi definitivamente nel bipolarismo politico con una logica e fisiologica alternanza del centrodestra e del centrosinistra, arriviamo invece a contare decine e decine di partiti, simboli e movimenti che tutti insieme superano le formazioni che si confrontavano nella prima repubblica.
Ormai é chiaro che vince non chi ottiene piú consensi ma chi é capace anche con un 6-8% di determinare la possibilitá di governare a chi ha ottenuto molti piú consensi: si arriva quindi a farsi guidare dalle minoranze e tra l'altro da deputati non eletti direttamente dal popolo ma di fatto nominati dai partiti.
Ma volendo restare nel piccolo del nostro territorio che, oltre a godere di tutti i problemi economici e finanziari di una nazione in seria difficoltá, puó vantare una vivibilitá che, ormai secondo tutti i parametri, é agli ultimi posti di tutte le classifiche, salta subito agli occhi che la  politica invece di rinnovarsi, invece di aprirsi a nuove figure, invece di guadagnare in credibilitá, cerca, con il meccanismo delle liste bloccate, di portare a Roma personaggi locali che hanno giá amministrato e quindi contribuito, da una parte e dall'altra, a  determinare l'attuale situazione.
Gente che lascia un ente per tentare il salto, chi cambia casacca per assicurarsi un buon posto nella lista, chi si trova in lista in una posizione migliore rispetto a chi si é cimentato nelle "primarie", chi verrá eletto quasi ad insaputa degli elettori perché con questa legge elettorale non ci sará nemmeno una campagna elettorale che riguarderá i singoli e chi alla fine continuerá ad avere doppi incarichi o chi sará riuscito invece a passare il testimone ai figli.
E poi con il rischio, nemmeno tanto remoto, di veder governare questo paese contemporaneamente da chi anni fa era in posizioni ideologiche sicuramente molto ma molto distanti.
Ebbene, vogliamo scandalizzarci se la gente deciderá di disertare le urne? Vogliamo meravigliarci se oggi solo quella che é definita antipolitica riesce a parlare di piú e meglio della politica del detto e non detto? Possiamo credere ad una politica manovrata dai soliti politicanti che dopo anni ed anni sono sempre lí e sempre attenti a non perdere nemmeno un giro? Una politica che ha deluso e ha fallito puó riaffidarsi ancora una volta alla stessa gente?

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Alberto Mangano

Alberto Mangano

Alberto Mangano, nato nel 1962, è laureato in Scienze Biologiche e svolge la professione di informatore scientifico. Appassionato di storia locale da sempre, ha realizzato il sito www.manganofoggia.it sulla storia, gli aneddoti e le curiosità sulla città di Foggia molto visitato e apprezzato in tutto il mondo. Tifoso del calcio foggiano, per cui ha maturato anche un'esperienza nel settore giovanile, partecipa a diverse trasmissioni televisive sportive come opinionista. Nel 2010 ha pubblicato per "Edizioni il Castello" il libro "Io non sono fuggito da Foggia", che ha riscosso un grosso successo, ben oltre le più rosee aspettative. Sempre per Edizioni il Castello, ha poi pubblicato "Da grande farò il sindaco di Foggia" (2011) e, nell'ottobre 2012, "I mille anni di Foggia"

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