IL MATTINO
Il caso
15.05.2024 - 13:09
La legge 14 della Regione Puglia ha disposto il trasferimento del 20% di AQP ai comuni pugliesi per blindare la gestione pubblica dell'acqua, che è un bene pubblico. Secondo il Dipartimento degli Affari Regionali di Palazzo Chigi, una legge regionale non può intervenire sugli assetti proprietari dell'AQP.
Giorgia Meloni ha messo gli occhi sul prezioso patrimonio idrico della Puglia, oggi gestito da Acquedotto Pugliese ma che dopo il 31 dicembre 2025. dovrebbe essere affidato attraverso una gara d'appalto. La Regione Puglia sta cercando di prorogare la concessione di AQP per evitare l'ingresso dei privati nella gestione dell'acqua. Ma il governo sostiene che la scelta di cosa accadrà dal 2026 spetta per legge all'autorità d'ambito, che può scegliere tra gara d'appalto e affidamento in-house. La legge 14 della Regione Puglia ha disposto il trasferimento del 20% di AQP ai comuni pugliesi per blindare la gestione pubblica dell'acqua, che è un bene pubblico. Secondo il Dipartimento degli Affari Regionali di Palazzo Chigi, una legge regionale non può intervenire sugli assetti proprietari dell'AQP. Inoltre, ritiene che l'approccio della Regione Puglia sia incompatibile con il quadro normativo nazionale e comunitario. La Regione Puglia, guidata dal presidente Michele Emiliano, ha annunciato che trasmetterà una proposta di mediazione per modificare la norma, cercando di evitare l'impugnativa davanti alla Corte Costituzionale. Tuttavia, la posizione del governo sembra escludere questa possibilità. La Regione sostiene che il "no" di Palazzo Chigi abbia un contenuto politico e che sarà la Corte Costituzionale a decidere. Il vice presidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese, spiega i rischi che l'acqua dei pugliesi finisca in mano ai privati, anche di una multinazionale.
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