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L'onorificenza

Max Gazzé è cittadino onorario di Vieste, per amore di "Cristalda e Pizzomunno"

Con "La leggenda di Cristalda e Pizzomunno", Max Gazzè ha fatto conoscere a tutti, a partire dal festival di Sanremo, la storia del giovane pescatore di Vieste pietrificato dalle sirene invidiose dell'amore per la sua bellissima Cristalda.

Nel pomeriggio di oggi c'è stato il ringraziamento dell'amministrazione comunale viestana con il conferimento, da parte del sindaco Giuseppe Nobiletti, della cittadinanza onoraria al cantautore che proprio questa sera a Vieste tiene il concerto inaugurale del suo tour estivo. Alla manifestazione erano presenti anche il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, gli assessori regionali Raffaele Piemontese e Loredana Capone

Il monolite alto circa 25 metri, caratteristico della perla del Gargano, secondo la leggenda è un giovane, bellissimo, pescatore pietrificato dalle sirene a cui si era rifiutato perché devoto all'altrettanto bellissima Cristalda che ogni 100 anni riemerge dal mare per rivivere una notta d'amore con il suo principe-pescatore.

Una delle spiagge più caratteristiche di Vieste è la spiaggia di Pizzomunno. Il nome di questa spiaggia è legato all’ imponente monolite bianco. La leggenda di Pizzomunno, che gli abitanti di Vieste si tramandano sin dall’antichità, ci narra l’ appassionante storia d’ amore di due giovani viestani: Pizzomunno e Cristalda. I due giovani si amavano di un amore sincero e senza tempo. Pizzomunno si recava ogni giorno sulla piccola spiaggia per andare in mare con la sua barca. Al largo, ammalianti sirene lo adoravano e intendevano sedurlo con i loro canti. L’ uomo, fedele alla sua Cristalda, rifiutò più volte di divenire loro amante.
Le sirene, gelose ed indispettite, decisero di punire il giovane uomo trascinando la sua amata Cristalda nelle profondità del mare, in modo da sottrarla a lui per sempre. Fu così che Pizzomunno fu pietrificato dal dolore e vide il suo corpo trasformarsi nel monolite che, ancora oggi, i visitatori di Vieste possono ammirare dalla piccola spiaggia che ne porta il nome.
La leggenda vuole che i due giovani amanti si diano appuntamento allo scadere dei cento anni per rivivere la loro passione nel breve tempo di una notte.


L'altra versione della leggenda

Lungo il tratto meridionale della costa viestana, ritroviamo una piccola spiaggia che deve il suo nome all’ imponente faraglione che dalle acque cristalline si erge sovrano a sorvegliare la città ed i suoi abitanti: la Spiaggia del Pizzomunno.
Qui sembra aver avuto luogo un’ interessante e fantastica vicenda che ha come protagonisti due giovani innamorati , entrambi originari di Vieste . Pizzomunno , giovane ed attraente pescatore, e Cristalda , ragazza bellissima dai lunghissimi capelli color dell’ oro, si amavano teneramente e vivevano nella convinzione che nulla al mondo potesse intaccare un sentimento tanto forte e sincero. Ogni sera, Cristalda scendeva in spiaggia per salutare il suo bel Pizzomunno prima che con la sua barca andasse incontro al mare aperto. Ogni notte, in mare, Pizzomunno riceveva la visita delle sirene che cercavano di ammaliarlo con i loro canti soavi. Le regine del mare desideravano ardentemente che Pizzomunno diventasse il loro re ed amante. Il giovane, però, non cedette mai alle avance delle sirene tentatrici , avendo già donato il suo cuore alla candida Cristalda. I reiterati rifiuti del giovane, scatenarono la furia delle sirene . Una sera, le sirene raggiunsero i due amanti sulla spiaggia ed aggredirono Cristalda con grande ferocia, inghiottendola nelle profondità del mare. Pizzomunno fu colto da un dolore devastante, talmente grande da pietrificarlo per sempre. Il giorno seguente, i pescatori di Vieste trovarono Pizzomunno pietrificato sulla roccia che oggi porta il suo nome. La leggenda vuole che, ogni cento anni, Cristalda riemerga dalle profondità del mare per incontrare Pizzomunno e rivivere con lui l’ emozione di una notte d’amore sulla spiaggia che li fece incontrare.

(da Terre Federiciane)

IL TESTO DELLA CANZONE

Tu che ora 
Non temi, 
Ignorane 
Il canto… 
Quel coro ammaliante 
Che irrompe alla mente 
E per quanto 
Mulini 
Le braccia oramai 
Non potrai 
Far più niente 
Ma se ti rilassi 
E abbandoni Il tuo viso 
A un lunghissimo 
Sonno 
O mio Pizzomunno 
Tu guarda 
Quell’onda 
Beffarda 
Che affonda 
Il tuo amore indifeso 
Io ti resterò 
Per la vita fedele 
E se fossero 
Pochi, anche altri cent’anni! 
Così addolcirai gli inganni 
Delle tue sirene… 
Cristalda era bella 
E lui da lontano 
Poteva vederla 
Ancora così 
Con la mano 
Protesa 
E forse una lacrima scesa 
Nel vento 
Fu solo un momento 
Poi lui sparì 
Al largo 
E lei in casa cantando… 
Neppure il sospetto 
Che intanto 
Da sotto 
La loro vendetta 
Ed il loro lamento! 
Perché poveretta 
Già avevano in cuore 
I muscoli tesi 
Del bel pescatore 
E all’ennesimo 
Suo rifiuto 
Un giorno fu punito! 
Ma io ti aspetterò… 
Io ti aspetterò 
Fosse anche per cent’anni aspetterò… 
Fosse anche per cent’anni! 
E allora dal mare 
Salirono insieme 
Alle spiagge 
Di Vieste 
Malvage 
Sirene… 
Qualcuno le ha viste 
Portare 
Nel fondo 
Cristalda in catene 
E quando 
Le urla 
Raggiunsero il cielo 
Lui impazzì davvero 
Provando 
A salvarla 
Perché più non c’era… 
E quell’ira 
Accecante 
Lo fermò per sempre 
E così la gente 
Lo ammira 
Da allora 
Gigante 
Di bianco calcare 
Che aspetta tuttora 
Il suo amore 
Rapito 
E mai più tornato! 
Ma io ti aspetterò… 
Fosse anche per cent’anni aspetterò… 
Fosse anche per cent’anni aspetterò… 
Fosse anche per cent’anni! 
Io ti aspetterò 
Fosse anche per cent’anni! 
Si dice che adesso 
E non sia leggenda 
In un’alba 
D’agosto 
La bella Cristalda 
Risalga 
Dall’onda 
A vivere ancora 
Una storia 
Stupenda

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