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La mostra inauguarata in Biblioteca provinciale sui Costituenti di Capitanata

Luciano Canfora a Foggia: Costituzione, libertà, democrazia

«La prima costituzione al mondo in cui i diritti specifici sono dentro il testo costituzionale fu la nostra»

Ai Costituenti di Capitanata e al loro operato è stata dedicata la mostra, inaugurata ieri pomeriggio presso la Biblioteca Provinciale di Foggia “La magna capitana”, organizzata dall’A.N.P.I (l’Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), in occasione dei 70 anni della Carta Costituzionale. La mostra è stata aperta da un convegno in cui sono intervenuti Gabriella Berardi (Direttrice della “Magna Capitana”) e Michele Galante (presidente della sede Anpi di Foggia) e che ha visto come ospite d’eccezione il prof. Luciano Canfora che ha tenuto una lectio magistralis sul tema “Genesi e tenuta della Costituzione italiana”. Come ha sottolineato la Berardi, lungi da voler essere una sorta di ‘laudatio temporis acti’, l’iniziativa si prefigge di celebrare la carta costituzionale nella sua sempre viva attualità, dimostrando come già all’epoca fosse stata pensata per il futuro, utilizzando «parole di tutti e per tutti, del popolo e per il popolo» come asserì Tullio De Mauro. Partendo dall’art. 1, il prof. Canfora ha sollevato una ‘querelle’ che va avanti dai tempi di Benedetto Croce e Parri, ovvero nel periodo prefascista, e quindi prima della redazione della nostra Costituzione, l’Italia era già ‘democratica’? Questo aggettivo va inteso come forma di governo o piuttosto come modello sociale? «La prima costituzione al mondo in cui i diritti specifici sono dentro il testo costituzionale fu la nostra (subito dopo quella russa del 1918): dal diritto all’istruzione a quello alla salute, dal diritto alla riservatezza a quello sulla proprietà» ha asserito il prof. Canfora, che ha voluto specificare come per molti anni, subito dopo l’approvazione della carta costituzionale la parola d’ordine dei partiti in Italia fu “applicare la costituzione”; una parola combattiva in un Paese che era appena uscito dal regime fascista ma che ‘forse’ democratico non lo era ancora mai stato. Dopo aver toccato le tante questioni che arrovellarono le menti del Costituenti, il professore emerito dell’ateneo barese ha analizzato alcuni degli articoli della carta fino a soffermarsi in chiusura sul sistema elettorale: sull’inappropriatezza del sistema maggioritario che di fatto non garantisce che ogni voto sia realmente uguale, determinando che buona parte della società non si senta rappresentata. Parole, quelle di Luciano Canfora, che hanno fatto riflettere su quanto questa “carta della nostra libertà” (parafrasando Calamandrei) sia viva e attuale.

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