IL MATTINO
L'operazione
07.10.2025 - 13:12
Al momento dell'arresto, oltre ad una pistola calibro 7.65 con matricola abrasa con sei proiettili nel caricatore, Gesualdo aveva con sé documenti di riconoscimento falsi e diverse migliaia di euro in contanti.
Quello di Leonardo Gesualdo, catturato questa mattina dai carabinieri del Gis, e' un nome di peso all'interno della "Societa' foggiana". E' il 2020, anno in cui inizia la sua latitanza, quando viene condannato a 12 anni nell'ambito del procedimento "Decimabis" che ha ricostruito gli equilibri interni alle batterie. Il 39enne Gesualdo fa parte del clan Moretti-Pellegrino-Lanza. I militari del Gis nell'operazione odierna, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari, si sono dovuti confrontare con le necessita' del contesto ambientale e quelle relative alla stessa personalita' di Gesualdo, sul quale pendono una serie di precedenti per reati contro la persona e il patrimonio. L'uomo e' stato trovato in possesso di una pistola con matricola abrasa, con caricatore inserito contenente sei colpi. L'arresto di oggi e' l'ultimo di una serie che ha colpito i capi storici dell'associazione mafiosa, tra gennaio e febbraio 2024 le forze dell'ordine hanno catturato all'estero i due esponenti viestini Marco Raduano e Gianluca Troiano. Sempre l'anno scorso i militari dell'Arma hanno preso Vincenzo Fratepietro, anch'egli faceva parte della lista dei 100 latitanti piu' pericolosi. L'indagine Decima bis, prosecuzione dell'operazione Decima Azione, ha consentito - secondo la Procura antimafia di Bari - di ricostruire le dinamiche organizzative-funzionali e le attività criminali delle tre batterie della Società foggiana, da tempo contrapposte tra loro, sia pure a fasi alterne, per il conseguimento della leadership interna ed il controllo degli affari illeciti in città. Le indagini avrebbero riscontrato anche l'esistenza di una "cassa comune" che prevedeva - tra l'altro - il pagamento degli stipendi agli affiliati in base ai ruoli di ciascuno, delle spese di "gestione" dei consociati, nonché delle spese legali per i detenuti. Al momento dell'arresto, oltre ad una pistola calibro 7.65 con matricola abrasa con sei proiettili nel caricatore, Gesualdo aveva con sé documenti di riconoscimento falsi e diverse migliaia di euro in contanti.
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