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Il caso

La Protezione Civile in Puglia lungo le tangenti della corruzione

L'ex dirigente della Protezione Civile Mario Lerario rischia sei anni per corruzione: una vicenda intricata di appalti, tangenti e accuse.

La Tangente della Protezione Civile: Un nuovo capitolo di corruzione in Puglia

La domanda che sorge spontanea è: come può una struttura deputata a proteggere i cittadini e a garantire la sicurezza della collettività, diventare un palcoscenico di illeciti e corruzione? Forse è il tempo di riscrivere le regole del gioco, di rivedere le modalità di affidamento degli appalti, di rafforzare i controlli. Forse, è il momento di proteggere la Protezione Civile.

Il paradosso della Protezione Civile pugliese continua a tessere la sua tela di corruzione e inganni. L'ex dirigente Mario Lerario, che solo un anno fa era stato condannato per aver accettato tangenti, rischia ora di vedersi infliggere ulteriori sei anni di reclusione.

CORRUZIONE E APPALTI: LA DANZA DELLE TANGENTI
L'accusa, che suona come un eco lontano ma persistente, è sempre la stessa: corruzione. Secondo gli inquirenti, l'imprenditore Antonio Illuzzi avrebbe versato due tangenti per un totale di 35mila euro a Lerario. La contropartita? Appalti per oltre 2,2 milioni di euro, affidati contravvenendo alla normativa di settore attraverso un ingegnoso frazionamento artificioso e ignorando il principio della rotazione degli operatori economici.

L'OMBRA DEI RITI ABBREVIATI E DELLE RICHIESTE D'ASSOLUZIONE
Lerario e Illuzzi saranno giudicati con il rito abbreviato, una scelta che sembra essere diventata una costante in questi casi. La sentenza sarà emessa il 15 marzo, lo stesso giorno in cui il Giudice per le Indagini Preliminari deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio per Antonio Mercurio, indagato per abuso d'ufficio. Nel frattempo, l'avvocato Michele LaForgia, difensore di Lerario, e l'avvocato Guglielmo Starace, legale di Illuzzi, hanno chiesto l'assoluzione per i loro assistiti.

UN PASSATO DI TANGENTI: IL CASO DI LERARIO
Circa un anno fa, Mario Lerario era stato arrestato per aver intascato due mazzette da 10mila e 20mila euro, rispettivamente dall'imprenditore foggiano Luca Ciro Giovanni Leccese e dall'imprenditore di Noci Donato Mottola. Al termine del rito abbreviato, era stato condannato a cinque anni e quattro mesi. Ora, rischia sei anni in più.

LA SENTENZA: UN CROCEVIA DI DESTINI
Il 15 marzo, data della sentenza, rappresenta un crocevia di destini. Lerario, Illuzzi, Mercurio, ma anche gli avvocati LaForgia e Starace, si trovano tutti sospesi nel limbo dell'attesa. L'ombra della corruzione continua a stendere il suo velo sulla Protezione Civile pugliese. Eppure, la domanda che sorge spontanea è: come può una struttura deputata a proteggere i cittadini e a garantire la sicurezza della collettività, diventare un palcoscenico di illeciti e corruzione? Forse è il tempo di riscrivere le regole del gioco, di rivedere le modalità di affidamento degli appalti, di rafforzare i controlli. Forse, è il momento di proteggere la Protezione Civile.

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