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L'intervista

La nuotata d'onore di Acerenza dalla Basilicata al Quirinale

«In tutti questi anni lo sport mi ha insegnato ad accettare il risultato finale, nel bene e nel male. Quello che conta è dare il massimo e io l'ho fatto», dice Domenico Acerenza, sei decimi di secondo di ritardo sul terzo arrivato nella dieci Km di nuoto in acque libere: un quarto posto considerato onorevole dal Presidente Mattarella che riceverà i medagliati "di legno" il 23 settembre

La nuotata d'onore di Acerenza dalla Basilicata al Quirinale

Partecipare ai Giochi è stato sempre il sogno di Acerenza, nato a Sasso di Castalda, paese con 700 abitanti, a una trentina chilometri da Potenza. «Sono super-contento per esserci già riuscito due volte". Anche nella sua prima Olimpiade, tre anni fa a Tokyo, fu una questione di decimi di secondo, anzi in quel caso di un decimo, che non gli permise di partecipare alla finale dei 1.500 stile libero in piscina. L'appuntamento per la medaglia olimpica è allora spostato a Los Angeles '28? "Quattro anni - riflette - sono tanti, ma di sicuro io non smetto». Poi un pensiero la conterranea, potentina, Francesca Palumbo, argento con il quartetto del fioretto, e quindi prima, storica medaglia olimpica nella storia della piccola Basilicata. «Io e Francesca abbiamo un percorso simile - spiega Acerenza -. Ho vissuto la sua gara al Grand Palais di Parigi come fosse la mia e sono stato felicissimo per lei e per la nostra regione». Un'ulteriore dimostrazione di come lo sport possa permettere anche a chi nasce in luoghi dai piccoli numeri di poter arrivare se non sul tetto del mondo, al Quirinale. 

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