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Il caso

Sciopero della fame di una 34enne di San Severo per il marito 25enne boccato a Gaza

«Mio marito ha perso la casa a causa dei bombardamenti più di un anno fa. Le sue condizioni abitative sono in una tenda di nylon che ha più buchi che spazi per camminarci»

Sciopero della fame di una 34enne  di San Severo per il marito 25enne boccato a Gaza

Maria Pia Montemitro con la sindaca Lidya Colangelo

Il Tribunale di Roma, con sentenza del 12 agosto scorso, ha riconosciuto il suo diritto al ricongiungimento familiare. Maria Pia Montemitro, insieme alla sindaca Lidya Colangelo, ha lanciato a tutte le istituzioni un appello per riportare il marito in Italia

"Tutti stiamo sperimentando l'avvicinarsi delle temperature più fredde. Mio marito ha perso la casa a causa dei bombardamenti più di un anno fa. Le sue condizioni abitative sono in una tenda di nylon che ha più buchi che spazi per camminarci. Lui si trova fra l'altro insieme a quel poco che è rimasto della sua famiglia, sono tutti minori. La situazione non è assolutamente sostenibile. Ogni sera mi preoccupo se abbia mangiato e se abbia avuto accesso ad acqua pulita. Non auguro a nessun di dover scorrere tra le liste dei martiri e vedere se c'è un nome che riconosca". Così Maria Pia Montemitro, una donna 34enne di San Severo, in provincia di Foggia, che da tre giorni ha cominciato uno sciopero della fame e che ha lanciato un appello video, affianca dalla sindaca del comune dauno Lidya Colangelo, per chiedere il ricongiungimento con il marito palestinese, un giovane di 25 anni, che si trova bloccato a Gaza. Il Tribunale di Roma, con sentenza del 12 agosto scorso, ha riconosciuto il suo diritto al ricongiungimento familiare.

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