Cerca

L'emergenza ambienta

L'Ofanto in crisi: un fiume di schiuma, maleodorante e avvelenato

Quando l'inquinamento tocca un fiume, diventa un problema di tutti. Lo sa bene l'Ofanto, un corso d'acqua che ha visto la sua bellezza nascosta sotto una coltre di schiuma.

L'Ofanto in crisi: un fiume di schiuma, maleodorante e avvelenato

"Non abbiamo parole", esclamano i rappresentanti dell'associazione. "I fiumi, scrigni di biodiversità, diventano canali di scarico. I veleni che scarichiamo nell'ambiente ci ritornano con il loro bagaglio di gravi patologie e di silenziose tragedie familiari".

L'immagine è scioccante, quasi irreale. Un fiume, ricoperto da una coltre di schiuma maleodorante. Un paesaggio che sembra uscito da un film catastrofico, ma che invece è la realtà cruda e inquietante del fiume Ofanto, come denunciato dalla sezione di Italia Nostra di Canosa di Puglia.

IL GRIDO D'ALLARME
"Non abbiamo parole", esclamano i rappresentanti dell'associazione. "I fiumi, scrigni di biodiversità, diventano canali di scarico. I veleni che scarichiamo nell'ambiente ci ritornano con il loro bagaglio di gravi patologie e di silenziose tragedie familiari". Ma fino a quando l'ambiente che viviamo, l'aria, la terra, i boschi, i fiumi e i mari potranno sopportare tutti questi veleni?

UNA LENTA AGONIA
La lenta agonia dell'Ofanto è stata registrata e documentata passo dopo passo dalla stessa associazione, che ha seguito con apprensione l'evoluzione della situazione. Dalle prime segnalazioni del fenomeno, con tanto di video e coordinate geografiche, alla chiamata ai Carabinieri Forestali, alla segnalazione all'assessore all’Ambiente del Comune di Canosa, fino agli aggiornamenti dell’associazione di Protezione Civile e Ambientale Anpana. Un susseguirsi di notifiche e denunce che, tuttavia, non hanno portato a una soluzione immediata.

UNA QUESTIONE DI COMPETENZE?
Il problema, spiegano da Italia Nostra, è anche una questione di competenze. "Un fiume ha una sua riva destra idraulica ed una riva sinistra. Attraversa in molti casi, come nel nostro, più regioni e i territori di molti comuni. I liquidi a differenza dei solidi non sono confinati in un fiume, non toccano una riva piuttosto che l’altra, non toccano un solo territorio comunale". Ma allora, come si può affrontare efficacemente un problema di inquinamento che non conosce confini?

LA RISPOSTA È NELL'UNITÀ
La risposta, secondo l'associazione, è semplice: l'unità. Le competenze dei Carabinieri Forestali non dovrebbero essere ristrette in un ambito territoriale definito, ma dovrebbero estendersi a monte e a valle, a destra e a sinistra del fiume. Stesso discorso per le autorità comunali, che non dovrebbero limitarsi al proprio territorio di competenza, ma allertare i comuni contermini. Solo così, sottolineano da Italia Nostra, si potrà fermare l'avvelenamento dell'ambiente e impedire che gli inquinatori la facciano franca.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Castello Edizioni e Il Mattino di Foggia

Caratteri rimanenti: 400

edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione