IL MATTINO
Parla il capo della squadra mobile di Foggia
02.05.2014 - 13:52
«Biagini fondava le sue richieste sul potere che aveva di poter decidere gli affidamenti diretti dei lavori in quanto si trattava di appalti inferiori ai 20 mila euro. Negli affidamenti a intuitu personae, lui era il dominus e quindi sceglieva in base a dei criteri che poi si sono verificati essere quelli dell'imposizione di tangenti; con questi piccoli lavori, al di là di quelli accertati, si può ben immaginare di quanto fosse grande il giro d'affari illecito che avevano messo su i due indagati. Se ci sono altri imprenditori che sono stati costretti a pagare e quindi contro la loro volontà hanno versato del denaro a Biagini e Laccetti possono recarsi in questura e denunciare gli episodi. I soldi venivano materialmente versati nelle mani di Laccetti il quale svolgeva la funzione di intermediario e poi i due si dividevano equamente l'importo delle loro ruberie»
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Il Mattino di foggia