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Inchiesta Covid: Sileri si scaglia contro lo staff di Speranza

L'ex viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, ascoltato dalla procura di Bergamo come persona informata sui fatti a seguito dell'inchiesta sul Covid, ha sganciato una vera e propria bomba nei confronti dello staff di Roberto Speranza

La pandemia come terreno politico fertile per la sinistra, la profezia al contrario di Speranza

Roberto Speranza

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, l'ex esponente del governo Conte riferisce che alcuni elementi dello staff di Speranza, nei giorni più caldi della pandemia all'inizio del 2020, gli dissero che "non erano autorizzati a condividere informazioni" con lui e né "con il capo del mio ufficio, dottor Francesco Friolo". Sileri, infatti, rivela che al ministero della Salute in quei giorni non c'era particolare collaborazione: "A gennaio-febbraio 2020, almeno in una prima fase, non esisteva un’istituzione ufficiale della task force che si riuniva al mattino al Ministero, né esisteva una convocazione ufficiale. Ho sin da subito notato un comportamento poco professionale. Mancava in modo assoluto la programmazione e i rappresentanti andavano aumentando di giorno in giorno. Oltre a ciò, i verbali delle sedute della task force sono sicuramente parziali, stante l’assenza di numerose dichiarazioni mie e di Friolo", avrebbe detto l'ex viceministro ai magistrati, sottolineando come le sue reprimende al ministero per la scarsa organizzazione non finissero a verbale. Ma c'è di più, perché l'ex viceministro ha denunciato alla procura di Roma l'intrusione illegittima di un collaboratore del ministero, che il 7 giugno 2020 "si introduceva nel mio ufficio, dove, forse, non immaginava di trovarmi"

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