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Lo schiaffo di Schillaci a Speranza: la richiesta all'Ue di rivedere i contratti sui vaccini e i risarcimenti dei danni

"Ritengo urgente invitare la Commissione a porre in essere, con la massima incisività, quale unico soggetto giuridicamente a ciò legittimato, tutte le azioni contrattuali a tutela dei diritti degli Stati membri con riguardo agli Apa sottoscritti" ovvero ai contratti di acquisto anticipato firmati con le case farmaceutiche. Questa la richiesta del ministro della Salute, Orazio Schillaci

Schillaci archivia Speranza e traccia la strada per aumentare gli stipendi dei medici del Pronto Soccorso

Orazio Schillaci

Il ministro della Salute del governo Meloni tira dritto e vuole un totale cambio di passo rispetto alla contestata gestione targata Roberto Speranza. Dopo aver reintegrato i medici non vaccinati esiliati dal governo dei migliori, Schillaci affronta il tema dell'eccedenza dei vaccini (molte forniture ormai sono prossime alla scadenza). Meno dosi, o comunque in base alle esigenze dei singoli Paesi e più chiarezza sulle modalità di risarcimento delle note reazioni avverse. "Reputo necessaria la rinegoziazione dei contratti con le case farmaceutiche ancora ineseguiti o soltanto parzialmente eseguiti prevedendo la possibilità di ridurre gli acquisti contrattualmente previsti in funzione dell'effettivo fabbisogno degli Stati" di dosi vaccinali anti-Covid "e, in ogni caso, una dilazione dei pagamenti e delle dosi acquisite in più anni, almeno quattro, adattando queste ultime all'evoluzione epidemiologica del virus". Lo ha dichiarato il ministro Orazio Schillaci, nel suo intervento alla sessione pubblica del Consiglio Ue Salute. "E' indispensabile che la Commissione europea, in sede di rinegoziazione" dei contratti di acquisto, "riveda la clausola degli Apa", o contratti di acquisto anticipato, "che pone a carico degli Stati membri il risarcimento e/o l'indennizzo dovuto per i danni cagionati dai vaccini nonché le spese legali sostenute dalle case farmaceutiche produttrici nei singoli procedimenti non essendo ragionevole che esse gravino sugli Stati membri specialmente dopo l'autorizzazione all'immissione in commercio ordinaria dei singoli vaccini, come anche rilevato dalla Corte dei conti europea", ha detto Schillaci. "Con riguardo ai vaccini consegnati in prossimità della loro scadenza e di fatto inutilizzabili, o comunque al momento della consegna perché non efficaci all'evoluzione del virus, essendo venuto meno l'interesse alla loro fornitura, pare essersi verificata un'impossibilità sopravvenuta legittimante i rimedi della sostituzione delle dosi consegnate ovvero, in alternativa, della consistente riduzione del prezzo", ha dichiarato il ministro della Salute, aggiungendi che "è auspicabile che la Commissione agisca a tutela dei diritti degli Stati membri", ha chiesto il ministro al tavolo Ue. Ma non solo 

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