IL MATTINO
covid19
04.02.2022 - 09:32
(fonte Iss) Tabella di riferimento 31 gennaio 2022-31 gennaio 2021
«L’esempio di scuola è questo: il traumatizzato che, invece di finire la vita in un reparto di degenza, muore in una rianimazione Covid solo perché, al pronto soccorso, il tampone era positivo. L’Iss - prosegue il medico - li registra correttamente come soggetti deceduti positivi a Sars-CoV-2, ma rientrano nel numero dei morti Covid dichiarati ogni giorno. Lo stesso Iss, di coloro che muoiono realmente riferibili a Covid, ne ha potuti studiare con enorme difficoltà solo 8000 in questi 2 anni. E, dall’analisi delle cartelle cliniche, ha stabilito che chi muore di Covid nel 93% muore con insufficienza respiratoria, ovviamente in terapia intensiva, e sono la minoranza». Come facciamo, allora, a risalire a chi veramente muore di Covid? «Eliminiamo tutti quelli che non muoiono in terapia intensiva, intubati da circa 20 giorni che è il periodo medio di sopravvivenza in quel reparto di un vero deceduto di Covid, e a questi sottraiamo una parte di chi vi muore affetto da altre patologie ma portatore (asintomatico) del virus Sars–Cov-2. Esaminiamo i dati del 2021, estremamente corretti e puntuali, registrati dall’Istituto Superiore di Sanità che spiega come, dei deceduti positivi a Sars-CoV-2 solo il 23,8% è stato ricoverato in un reparto di terapia intensiva, il 58,5% in una normale degenza Covid ma non in terapia intensiva, e il 17,7% non risulta essere stato ricoverato».
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