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Multificio di Varco d'Izzo, il video del Giuzio referendario torna virale sui social

Multificio di Varco d'Izzo, il video del Giuzio referendario torna virale sui social

Francesco Giuzio

Da candidato tuonava ferocemente contro quella che definiva “una tassa occulta”, un balzello ai danni dei cittadini residenti nella Provincia di Potenza e non solo. Oggi, da assessore comunale con delega alla mobilità, viabilità e trasporto pubblico locale, Francesco Giuzio ha le idee meno chiare su uno dei temi più controversi che direttamente o indirettamente fanno tremare gli automobilisti anche più disciplinati: l’autovelox di Varco d’Izzo, il dispositivo che da quando è stato istallato ha generato migliaia di verbali e un tesoretto milionario per le casse comunali. E' tornato virale su Facebook, scalando le vette appenniniche delle visualizzazioni - tra commenti ironici e qualche inevitabile “te lo ricordi, assessore?” - il video griffato Basilicata Possibile nei pressi del bancomat di Varco d'Izzo. Era il marzo del 2024 quando Giuzio, all’epoca consigliere comunale di minoranza a Potenza e candidato per un posto in Via Verrastro, si recava proprio davanti al multificio sulla Basentana, invocando trasparenza, giustizia e persino un referendum comunale. Allora parlava a ragion veduta di “rispetto del Codice della Strada”, ma anche di diritto dei cittadini a non essere vessati da strumenti più utili a far cassa che a garantire sicurezza. Eppure, mesi dopo, una volta ottenute le deleghe assessorili quella crociata referendaria è stata chiusa nel cassetto, al pari dell'operazione verità sull'impianto approvato ma non omologato, ad oggi spento fino al 31 gennaio 2026 per “manutenzione sulla carreggiata” e già fortunatamente nel mirino della giustizia che si è espressa in maniera inequivocabile. Tutto archiviato come una trovata elettorale buona per andare a caccia di voti. Intanto, restano le multe, i punti decurtati e la rabbia di migliaia di automobilisti, che in quell’autovelox di paternità leghista continuano a vedere il simbolo di un Comune più interessato agli incassi che alla sicurezza. La domanda è una sola: cosa ne sarà del contestatissimo occhio elettronico alle porte della città? 

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