Cerca

cgil

Lucano. Parlano Pm e Procuratore di Locri e la Cgil di Basilicata passa oltre i 22 reati contestati ed esprime sostegno al sindaco di Riace

Solidarietà, dunque, «Nell'attesa di meglio comprendere le ragioni della sentenza», ha sottolineato il segretario generale Summa. Intanto il procuratore di Locri, D’Alessio ha definito Lucano: «Un bandito idealista da western». Il pm Permunian invece: «I reati ci sono e sono gravi», dice a Repubblica. «Sono stati contestati più di 22 reati. Il problema non sono i finti matrimoni. Ci sono varie forme di peculato, truffa aggravata a danno dell’Ue. È stata riconosciuta l’associazione a delinquere»

La Cgil di Basilicata passa oltre i 22 reati contestati ed esprime sostegno a Lucano, condannato a 13 anni in primo grado

La Cgil di Basilicata, in una nota, ha espresso "piena solidarietà" all'ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, condannato a 13 anni e due mesi di reclusione «per quanto fatto nel piccolo paese in cui è stato sindaco in tema di accoglienza». «Nell'attesa di meglio comprendere le ragioni della sentenza - ha sottoljneato il segretario generale Cgil Basilicata, Angelo Summa - il caso di Mimmo Lucano, i cui valori e principi non vengono assolutamente messi in dubbio, aprono di nuovo la discussione sulle politiche d'accoglienza in Italia e delle difficoltà in cui si trovano ad operare gli amministratori locali, ultimi destinatari di scelte prese altrove». Nelle ultime ore, a causa della mediaticità del processo e delle ricadute politiche della sentenza in primo grado, sono state rilasciate numerose dichiarazioni agli organi di stampa dai diretti interessati togati. Il procuratore di Locri, Luigi D’Alessio ha definito Lucano:«Un bandito idealista da western. Chiunque può commettere qualsiasi reato purché a fin di bene?» si domanda il magistrato. A Mimmo Lucano riconosce “una mirabile idea di accoglienza”, ma gli contesta di averla “riservata a pochi eletti che avevano occupato le case”. In altre parole, a dispetto della norma che prevedeva un avvicendamento periodico dei migranti, “lui manteneva sempre gli stessi, sottomessi. Gli altri li mandava nell’inferno delle baraccopoli di Rosarno”. Benché incassasse i fondi destinati ai corsi obbligatori di italiano, “non c’era un migrante che lo parlava”. E al di là dei murales e di qualche casa diroccata, “gli alloggi destinati ai migranti venivano abitati dai cantanti invitati per i festival”. E ancora: «Tutto era organizzato per favorire varie cooperative locali, creare clientele, accumulare ricchezze, beneficiare di indotti elettorali». Di qui la dura condanna per associazione a delinquere, oltre che di Lucano, di altre dieci persone. Il pm Michele Permunian invece: «I reati ci sono e sono gravi. Comprendo il peso di una pena del genere: quando ho chiesto 7 anni e 11 mesi, sapevo che c’era il rischio di una condanna più alta», dice a Repubblica.

Accedi per continuare la lettura

Se hai un abbonamento, ACCEDI per leggere l'articolo e tutti gli approfondimenti.

Altrimenti, scopri l'abbonamento a te dedicato tra le nostre proposte.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Castello Edizioni e Il Mattino di Foggia

Caratteri rimanenti: 400

edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione