IL MATTINO
gestione della pandemia
16.04.2025 - 11:19
Conte e Speranza
Cinque anni dopo la prima ondata Covid, la Corte di Cassazione a sezioni unite ha stabilito che il reato di epidemia colposa può configurarsi anche in forma omissiva. In sostanza significa che non serve più diffondere attivamente un virus: anche non aver fatto ciò che si aveva l'obbligo di fare può costituire reato. Il concetto rappresenta una svolta che potrebbe rimettere in discussione le archiviazioni che hanno condotto in un vicolo cieco le inchieste giudiziarie sulla strage della Val Seriana, a Bergamo. "Fin dall'inizio -spiega Chiappani- sapevamo che il reato di epidemia colposa, per come era interpretato, escludeva l'omissione. Eppure noi avevamo davanti solo una catena di omissioni: la mancata zona rossa, la mancata valutazione del rischio, il mancato aggiornamento del piano pandemico, la mancanza di organizzazione della medicina territoriale e via dicendo". Così "abbiamo fatto un'indagine imponente, con oltre venti indagati, ma sapevamo che prima o poi qualcuno ci avrebbe detto: non si può processare per omissione. E così è stato". All'epoca si parlò di 'discrezionalità politica': "L'atto politico -osserva l'ex procuratore- è sindacabile dal punto di vista giudiziario?". Se non lo è, "di chi è la colpa? Noi abbiamo lavorato con una norma del 1930, ma il concetto di 'diffusione' di allora non può valere per una città con un aeroporto come quello di Orio al Serio, che solo nel 2019 ha avuto 13 milioni di passeggeri. E' anacronistico". La domanda che in molti si fanno ora, quindi, è se quel procedimento penale sulla gestione della prima ondata Covid in Lombardia si potrà riaprire: "Le valutazioni -premette Chiappani- spettano alle procure di Bergamo e Brescia. Il cerino resta in mano al tribunale dei ministri
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