IL MATTINO
Analisi
12.09.2024 - 17:37
Le vacanze sono quasi terminate per gli insegnanti e gli alunni e come sempre il nuovo anno scolastico porterà delle novità.
Una volta la scuola non era intesa come un'azienda, un po' perché il numero dei vivi superava ampiamente quello dei morti, e un po’ perché andare a scuola, imparare a leggere e a scrivere, studiare, erano considerate delle priorità, per affrancarsi da una vita di sacrifici e di fatica da asini da soma.
Accadeva a Sud e a Nord di questo paese, benché a Sud fosse più forte il desiderio di andare oltre il proprio stato sociale, grazie allo studio, forse perché avere come padroni proprietari terrieri, arroganti, era più difficile da accettare della vita nelle fabbriche del Nord, dove a fronte di una schiavitù strisciante il corrispettivo era un salario, e non solo il ricavato, minimo, dello sfruttamento della terra.
E così andare a scuola era motivo di orgoglio e di vero riscatto.
Ha funzionato così in questo paese fino all'altro ieri, dopodiché c’è stato il blackout, un blackout che ci ha fatto tornare indietro, e la scuola ne è la prova a più evidente, anche perché la scuola pubblica è diventata sempre più preda della politica, che non si li limita a raccomandare l'uno piuttosto che l'altro insegnante, dirigente scolastico, e via di questo passo, ma tende anche a legittimare territori secondari a discapito di comunità più strutturate
Vediamo come
Radio scuola Elettra: il sogno del diploma in tasca con le rate nel cassetto
Quando nacque “Radio Scuola Elettra” chi la mise in piedi, Francesco Polidori mai avrebbe immaginato che il sogno di permettere all’operaio e all'imprenditore, che avevano scelto i soldi al posto del sapere, si sarebbe trasformato in un impero globale, qual è il mondo che lo ha seguito e che ha inglobato scuole secondarie, università.
Non avrebbe mai potuto crederlo, per il semplice motivo che esisteva una sorta di ripudio, nella società italiana, di questo tipo di scuole, viste sempre e solo come una scappatoia alla vera conoscenza, e come un modo per esibire un titolo, piuttosto che come la possibilità di essere a servizio di un mondo più libero, attraverso la propria libertà di pensiero (lo scopo ultimo dello studio e della cultura).
E invece a mano a mano che il titolo prendeva il sopravvento sulla conoscenza, le società di Francesco Polidori hanno incominciato a volare, al punto di plasmare la stessa scuola italiana.
Perché?
Perché una società commerciale, come la sua, che funziona in maniera precisa, pone degli standard altissimi sia a livello comunicativo, sia a livello commerciale, e sceglie chi la deve rappresentare, siano essi gli insegnanti, siano essi gli agenti commerciali, tra i migliori sul mercato, creando allo stesso tempo un sistema di ricompense tali da non farlo implodere questo sistema.
I corsi pagati a rate sono la materializzazione della fatica, e quindi danno l’illusione che studiare costi, a differenza della stessa scuola pubblica, sempre più in balia del politico di turno; di un'idea antiquata e settaria della realtà; di un grande impoverimento dell'edilizia scolastica; e pure della denatalità che senza una visione d'insieme dei dirigenti scolastici, ed un loro radicamento al territorio, si dimostra totalmente perdente.
Chi frequenta o ha frequentato il mondo di Francesco Polidori, e di tante e piccole realtà sue emule, non ha di questi problemi perché poiché l’accesso alle loro scuole è pagato grazie al sudore della fronte di molti genitori, e poi chi le frequenterà avrà a che fare con un contesto socio economico ampio, dove accanto al figlio del giornalista famoso, della soubrette, e dell’attrice, ci saranno i figli degli immigrati, che diversamente si troverebbero a dover frequentare le scuole di periferia di una grande città, a rischio di perenne esclusione sociale, cosa che mister Polidori di certo non gli garantirà.
La risposta della scuola italiana
La scuola italiana a questo impoverimento delle proprie risorse e della propria capacità, visionaria, di offrire un futuro migliore ai propri allievi e al paese stesso, ha risposto con la brutta copia del mondo Polidori e cioè: con una estrema burocratizzazione; con una presenza massiccia di manager, ma con un totale scollamento dalla realtà, anche perché non prevedendo, questa configurazione, una parte commerciale, se non stipendi più alti per i dirigenti/manager, è inevitabile che il tutto possa solo portare a situazioni assolutamente paradossali, come possono essere i casi di interi plessi scolastici di un paese, accorpati a quelli di una frazione del paese stesso, frazione distante 18 km dal paese, solo perché la presenza degli extracomunitari, e quindi la loro voglia di integrarsi attraverso i figli e di affrancarsi dallo sfruttamento (voglia uguale a qualsiasi latitudine, longitudine ed epoca) garantisce la copertura delle classi, e la possibilità per la frazione di trasformarsi a suo tempo, nel tempo, in Comune.
Ma chi ci guadagna da queste ottuse operazioni politiche, diffuse su tutto il territorio nazionale?
Ci perde lo sviluppo intelligente e armonioso del paese e dei suoi cittadini, a favore di una visione politica miope, ignorante, antistorica, la stessa che alimenta le guerre di cui siamo spettatori inermi da sempre, e particolarmente nei nostri giorni.
Studiare costa fatica e pure danaro, ma è ancora più drammatico non potere nemmeno più scegliere un luogo che corrisponda al nostro reale vissuto, dove andare a studiare, fin da piccoli, ed è tremendo che l'incapacità dello Stato di farsi attraverso i suoi amministratori, manager scolastici compresi, mente pensante e visionaria, sia tra i drammi e i disastri più grandi del nostro tempo.
Rimane in me la domanda che è stata la molla per arrivare a scrivere questo pezzo, e cioè:” A cosa serve che il piccolo fagociti il grande, se il grande dimostra, ha ancora, la possibilità di rendere il piccolo grande attraverso l’osmosi, come accade da secoli?
Ps: Quando andai a lavorare con il gruppo Polidori, nel settore finanziario, pensai, scioccamente, che fosse una punizione, e invece poi a conti fatti quello è stato il lavoro più illuminante e utile proprio per capire tutto quello che andava già a rotoli, fuori da quella realtà, che era/ è una realtà commerciale (per quanto riguarda l'istruzione) tra le più importanti del nostro paese, perché i docenti, i manager di quel gruppo, devono dimostrare anche di sapere e di essere determinati, diversamente vanno a casa. Di sicuro mister Polidori mai avrebbe chiuso un plesso didattico di punta, per poi farlo confluire in un altro totalmente decentrato, ed infatti il suo metodo funziona quello pubblico no. Nel 2021 Polidori è stato accusato di bancarotta fraudolenta, antiriciclaggio, e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, ma nel frattempo ha modificato la scuola in Italia, chi gioca a dama sulla pelle degli altri nel settore pubblico cosa ha fatto invece?
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