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Crisi idrica, le mosse della Regione Basilicata: piano da 12 milioni di euro e stato d'emergenza

Sono 29 i comuni lucani interessati dalla drammatica crisi idrica che sta interessando lo schema idrico della Camastra. Entro questa settimana la Regione Basilicata chiederà lo stato d'emergenza con un piano che si aggira intorno ai 12 milioni di euro

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E' questo uno dei punti salienti emersi a margine della conferenza organizzata nella sede della Regione Basilicata alla presenza di Acquedotto Lucano, degli assessori alle infrastrutture Pasquale Pepe e all'Ambiente Laura Mongiello, dei rappresentanti di Egrib e della Protezione civile

L'amministratore unico di Acquedotto Lucano Francesco Andretta snocciola i numeri della crisi: nel mese di luglio c'erano circa 520 milioni di metri cubi nello schema idrico. In questo momento si è passati a 390. La minore disponibilità dello schema Camastra ora vede 4,2 milioni di metri cubi di acqua stoccati ma per la questione opere di presa ne ha a disposizione 2,2 milioni per arrivare al mese di ottobre. Questo lo scenario peggiore in assenza di piogge e a fronte di riduzione dei consumi. "Siamo in una situazione in cui - ha precisato l'amministratore unico di Acquedotto Lucano - non possiamo più permetterci aumenti dei consumi e chiediamo un impegno alla cittadinanza. Al fine di organizzare i sistemi di fornitura di acqua alternativi tenendo conto delle esigenze dei sindaci - ha dichiarato l'assessore alle Infrastrutture Pasquale Pepe - abbiamo ipotizzato di rinviare le chiusure alla prossima settimana. Siamo di fronte a disequilibri, ad una sofferenza che anche secondo l'osservatorio permanente sugli utilizzi idrici conferma che esistono i presupposti per deliberare lo stato di emergenza. Abbiamo redatto un piano di fabbisogni per oltre 12 milioni di euro, condiviso con il presidente Bardi, per gli aiuti e per gli interventi infrastrutturali sulla diga della Camastra. In questi giorni abbiamo discusso con i sindaci sulla possibilità di procrastinare il piano delle chiusure per alleviare i disagi". In particolare, il riferimento è andato ai ristoranti e alle zone industriali.

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