IL MATTINO
autonomia differenziata
28.07.2024 - 19:15
«Con la costituzione dei comitati provinciali per chiedere il referendum sull’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata, come Cgil entriamo nella fase operativa della campagna che da mesi ci vede impegnati in Basilicata e nel paese in difesa della democrazia e della nostra Costituzione». Lo ha dichiarato ieri in una nota il segretario generale della Cgil Basilicata Fernando Mega, sottolineando che «già da questo fine settimana il sindacato è impegnato in diversi banchetti in quasi tutti i comuni lucani per raccogliere le firme. Una sfida importante, dalle quali dipendono le sorti dell’Italia, del Mezzogiorno e della nostra piccola Basilicata, la cui stessa sussistenza è messa in pericolo da questa legge scellerata». «Dare attuazione all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione nelle condizioni date – prosegue il sindacalista – con le modalità proposte e a risorse invariate, costituisce un attacco all’unitarietà dei diritti civili e sociali fondamentali delle cittadine e dei cittadini, destinato ad ampliare in maniera irreversibile le diseguaglianze e i divari esistenti e a ridurre ulteriormente la capacità del sistema pubblico di garantire servizi essenziali e universali alla popolazione. Così come riconoscere una competenza regionale esclusiva su materie di rilevanza strategica, e non suscettibili di frazionamento territoriale, rappresenterebbe la rinuncia ad un governo nazionale e unitario delle politiche economiche, industriali e di sviluppo del Paese». «Viviamo una fase storica drammaticamente turbolenta – aggiunge ancora Mega – segnata da crisi geopolitiche che si moltiplicano anziché risolversi e dalle gravi conseguenze sul piano umanitario, economico e sociale che nemmeno la dimensione nazionale è in grado di risolvere. Abbiamo da affrontare sfide cruciali come la transizione digitale e la urgente riconversione ecologica del nostro sistema produttivo per contrastare la crisi climatica, e non possiamo certo farlo frantumando le politiche pubbliche territorio per territorio. Riteniamo profondamente sbagliato minare tre pilastri su cui si fonda la coesione e la tenuta stessa nostra società, come l’istruzione e la sanità pubblica oltre che il contratto collettivo nazionale di lavoro».
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