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l'intervista

Dagli esordi con Marco Pannella al 'Siamo Europei' di Calenda nella circoscrizione Sud: così Rossodivita punta Bruxelles

Giuseppe Rossodivita, avvocato penalista per 25 anni accanto a Marco Pannella in qualità di legale e a tutto il Partito Radicale. In prima linea per i diritti civili e segretario del comitato Calamandrei. Già consigliere regionale in Lazio e primo capogruppo in Italia a restituire 360mila euro di fondi del Gruppo consiliare, la sua denuncia dei finanziamenti pubblici ai Gruppi porterà alla caduta della governatrice Polverini nel 2012. Nel suo programma spicca la legalizzazione della cannabis

Dagli esordi con Marco Pannella al 'Siamo Europei' di Calenda nella circoscrizione Sud: così Rossodivita punta Bruxelles

Giuseppe Rossodivita

Avv. Rossodivita Lei viene da una storia Radicale accanto a Marco Pannella, come mai la candidatura con Azione?

"Ho colto l’invito di Carlo Calenda e degli amici di Socialismo Liberale per impegnarmi in questa avventura politica prima che elettorale. La diaspora Socialista, così come la diaspora Radicale, dopo la scomparsa di Marco, unitamente alla sostanziale scomparsa dalla scena politica del Partito Repubblicano e del Partito Liberale, hanno privato milioni di Italiani di luoghi di confronto e di punti di riferimento. Azione subito dopo le Europee darà vita ad una fase costituente che si prefigge di riunire stabilmente coloro che si riconoscono in queste posizioni, in un soggetto politico non personalistico, con Congressi regolari, che ha l’ambizione di crescere e di durare. Insomma non una bicicletta elettorale, ma un progetto politico"

Uno dei punti principali del suo programma è la legalizzazione e regolamentazione dell’uso della cannabis. Quali potrebbero essere le ricadute, anche sotto il profilo economico?

"Innanzitutto toglierebbe la principale fonte di reddito della criminalità organizzata che soffoca il Sud e che incassa decine di miliardi all’anno dalla vendita illegale di queste sostanze. Inoltre, la regolamentazione del mercato della cannabis consentirebbe allo Stato di incassare, come avviene con alcol e tabacco, miliardi di euro, che potrebbero essere reinvestite in servizi pubblici e programmi di prevenzione. Non solo"

Ovvero?

"Con la legalizzazione si creerebbe un mercato legale che genererebbe nuove opportunità di lavoro e nuova occupazione in vari settori, dalla coltivazione alla distribuzione, fino al commercio al dettaglio e alla ricerca scientifica"

Quali tipi di lavori pensa potrebbero essere creati attraverso la legalizzazione?

"La legalizzazione della cannabis può creare posti di lavoro in diverse aree. Pensiamo ai coltivatori, ai tecnici di laboratorio per la produzione e il controllo della qualità, ai responsabili della logistica, ai venditori al dettaglio e agli operatori di negozi specializzati. Inoltre, ci sarebbe bisogno di professionisti in marketing, pubblicità, e persino in educazione e formazione per garantire un uso responsabile della sostanza. Senza dimenticare gli impatti positivi sull'indotto, che potrebbe portare ulteriore occupazione nel settore dell'ospitalità"

Parliamo degli aspetti economici. Quanto pensa possa contribuire la legalizzazione della cannabis al PIL europeo?

"Gli studi disponibili indicano che il mercato legale della cannabis potrebbe generare miliardi di euro ogni anno. Guardando agli esempi di stati americani come il Colorado o la California, vediamo che la legalizzazione ha portato a significativi incrementi delle entrate fiscali, che possono essere reinvestite in servizi pubblici, istruzione e sanità. A livello europeo, si può stimare che la creazione di un mercato regolamentato della cannabis possa contribuire con decine di miliardi di euro al PIL, oltre a creare centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro"

Molti sono preoccupati per le implicazioni sociali e sanitarie della legalizzazione. Come risponde a queste preoccupazioni?

"La Germania, che ha legalizzato qualche settimana fa, ci insegna che dovremmo essere preoccupati oggi in cui la cannabis è liberamente acquistabile in ogni angolo delle nostre città e si tratta di sostanze alterate con prodotti chimici che ne aumentano la potenza e la pericolosità per la salute. Di Marijuana, quella non alterata, non è mai morto nessuno, di alcol e tabacco muoiono decine di migliaia di persone ogni anno. Inoltre tutte le risorse risparmiate dalla lotta proibizionista alla Marijuana potrebbero essere liberate per alimentare campagne di informazione e prevenzione, oltre che con un sistema di controllo della qualità per garantire la sicurezza del prodotto. Sul piano sociale la Direzione Nazionale Antimafia, chiedendo per anni inutilmente al Parlamento di legalizzare un bene di larghissimo uso sociale, ha evidenziato le ricadute decisive per la lotta a Mafia, Camorre, ‘Ndrangheta"

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