IL MATTINO
sanità lucana
01.03.2024 - 15:52
Marcello Pittella
La Corte d'Appello di Potenza ha confermato l'assoluzione per l'ex presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, imputato nell'ambito del processo sulla cosiddetta sanitopoli lucana. Il 6 luglio 2018 Pittella, difeso dall'avvocato Donatello Cimadomo, fu arrestato dalla Guardia di Finanza e poi posto ai domiciliari. La vicenda giudiziaria portò a inizio 2019 alle dimissioni di Pittella dalla presidenza della Regione. In primo grado, l'ex governatore del Pd (attualmente consigliere regionale di Azione) era stato assolto dal Tribunale di Matera il 22 dicembre 2021. "La giustizia fa sempre il suo corso, basta avere fiducia". Così, in un post social, Donato Pessolano, segretario regionale di Azione Basilicata. "Oggi - ha continuato - anche la Corte d'Appello di Potenza ha confermato l'assoluzione per Marcello Pittella. Si conferma così la serietà e l'onestà di Marcello, uomo dal grande profilo politico e istituzionale. A lui va il mio ed il nostro più affettuoso abbraccio. Il tempo finalmente ha ristabilito la incontrovertibile e solida verità dei fatti, dando ragione a Marcello. Avanti!", ha concluso Pessolano. Oltre a Pittella, la Corte d'appello di Potenza ha confermato la sentenza di assoluzione per il direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia, Vito Montanaro. L'inchiesta, coordinata dalla Guardia di Finanza, risale al 2018 e sconvolse la politica lucana, portando alla luce concorsi "taroccati" e nomine "pilotate". Montanaro, all'epoca dei fatti contestati - giugno 2017 - direttore generale della Asl di Bari, fu arrestato nell'ambito di questo procedimento nel luglio 2018 (poi tornò in libertà) per un episodio di abuso d'ufficio legato ad un presunto concorso truccato alla Asl di Matera. Confermando interamente la sentenza di primo grado, la Corte d'appello ha dunque confermato le condanne nei confronti dell'ex direttrice amministrativa dell'Asm (Azienda sanitaria di Matera), Maria Benedetto (cinque anni di reclusione), dell'ex direttore generale dell'Asm, Pietro Quinto (due anni e sei mesi di reclusione), dell'ex dirigente dell'Asp (Azienda sanitaria di Potenza), Giovanni Berardino Chiarelli (due anni e sei mesi di reclusione) e dell'ex dirigente amministrativo del Crob di Rionero in Vulture (Potenza), Gianvito Amendola (due anni e sei mesi di reclusione). Restano le condanne anche per la funzionaria dell'Asm, Anna Rita Di Taranto (due anni di reclusione) per il funzionario del Crob, Angela Capuano (un anno e quattro mesi di reclusione) e per la dirigente dell'Asm, Maria Evangelista Taccardi (un anno di reclusione).
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