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Analisi

Clero e omosessualità: la posizione di papa Francesco e della Chiesa

Clero e omosessualità: la posizione di papa Francesco e della Chiesa

Perché il papa ha dichiarato in alcune situazioni di essere dispiaciuto per ciò che sta accadendo alla Chiesa in Germania e alte Nazioni in Europa? L’ultimo Sinodo celebrato dalla Chiesa cattolica del territorio tedesco ha dato il via libera alla benedizione delle coppie gay e la riammissione alla Comunione delle persone divorziate. Più del 92 per cento dell’assemblea riunita a Francoforte si è espresso a favore. Overbeck, vescovo di Essen, ribadisce il diritto della Chiesa tedesca di rispondere alle questioni sociali del proprio territorio. In Germania si stanno studiando i riti liturgici da usare per le benedizioni delle coppie omosessuali: i sacerdoti in Germania non commetteranno reati in merito a questo, qualora decidessero di benedire una coppia omosessuale. Oltre a quelli tedeschi, anche in Belgio la maggior parte dei vescovi sono favorevoli a tale liturgia. Non è vero però che papa Francesco li “lascia Fare”, come il vescovo di Anversa ha dichiarato. Infatti, mentre il papa rilascia interviste, dà l’impressione di una certa apertura affermando che le persone non debbano essere giudicate, nei documenti ufficiali da lui firmati risulta invece il contrario.
Proprio in un docu-film sui diritti delle coppie omosessuali, papa Francesco aveva fatto dichiarazioni importanti affermando addirittura che tali coppie hanno diritto a farsi una famiglia. Quando invece venne pubblicato il “Responsum della Congregazione per la dottrina della fede ad un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso”, in cui si vieta ad ogni sacerdote cattolico fin anche di benedire le coppie formate da persone omosessuali, il papa sottoscrive e firma tale Responsum. I sacerdoti possono benedire case, oggetti, animali, fin anche gli aeroplani, ma non possono benedire le coppie di persone dello stesso sesso, quando poi all’interno del clero la percentuale dei sacerdoti omosessuali è alta.
Su tale tema, infatti, il problema principale sta proprio in questo: crociate moraliste contro gli omosessuali, quando all’interno del clero tanti sacerdoti sono di fatto omosessuali, nonostante sia in vigore una “Istruzione della Congregazione dell’Educazione Cattolica circa i criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali, in vista della loro ammissione al Seminario e agli Ordini Sacri”, la quale impone che non siano ordinati sacerdoti omosessuali. In conclusione a tale documento si legge chiaramente: “Il Sommo Pontefice Benedetto XVI, in data 31 agosto 2005 ha approvato la istruzione e ne ha ordinato la pubblicazione”. L’approvazione del Responsum citato sopra del 15 marzo 2021 da parte di papa Francesco stranamente ai mass media è passato inosservato. Infatti, il Responsum, per rafforzare la validità del documento in cui si vieta a sacerdoti di benedire le coppie omosessuali, si avvale del totale appoggio del papa: “Il Sommo Pontefice Francesco, nel corso di un’udienza concessa al Sottoscritto Segretario di questa Congregazione, è stato informato e ha dato il suo assenso alla pubblicazione del suddetto Responsum ad dubium, con annessa Nota esplicativa”.
Al papa interessa preservare la propria immagine da critiche e non altro, lasciando vaghe dichiarazioni, ma sui reali problemi sollevati dalle Conferenze Episcopali di altre Nazioni non prende mai posizioni nette. Questo è uno dei motivi per cui sono molti i dissensi da parte di vescovi di altre Nazioni sul suo pontificato. Bergoglio dice tutto e il contrario di tutto. Il papa ha un metodo: captare benevolenza mettendo in cattiva luce i preti. Questi invece stanno zitti e subiscono, per non rischiare provvedimenti disciplinari, attendendo riforme che non arriveranno mai, almeno da questo papa.
Monsignor Krzystof Charamsa era teologo segretario aggiunto della Commissione Internazionale della Congregazione per la Dottrina della Fede, che prima veniva chiamata Santa Inquisizione. Dopo il suo coming out, avvenuto il 3 ottobre 2015, dichiarandosi omosessuale e fidanzato con un uomo, denunciò il mondo omofobico all’interno della Chiesa, nonostante uno su due sacerdoti siano omosessuali ed hanno un compagno, secondo le dichiarazioni del teologo polacco. Ovviamente venne subito sospeso dagli incarichi e sospeso a divinis. Su Vanity Fair il teologo Charamsa dichiarava: «Di vita ne abbiamo una sola e per vivere in eterno abbiamo bisogno di essere coerenti, perché Dio ci ama come siamo. Non ci ha creati difettosi e questo la Chiesa deve accettarlo, non può continuare a distruggerci la vita» (5-7-2018).
E il papa? Monsignor Charamsa espresse in una lunga lettera il suo rammarico per l’omertà negli ambienti ecclesiastici sul tema dell’omosessualità e le motivazioni della sua scelta, ma non ebbe nessunissima risposta. Venne completamente ignorato da Bergoglio, lo stesso papa che pubblicamente dichiarava: “Chi sono io per giudicare una persona omosessuale”, niente, non una riga di risposta al teologo omosessuale. E questa è prassi. Se il papa prendesse una posizione, per una volta nella sua vita su questo tema e altri, come la distribuzione della Comunione ai divorziati, avrebbe dalla sua parte i vescovi esacerdoti europei. Invece, le coppie omosessuali continuano ad essere discriminate e perseguitate, con una certa responsabilità della Chiesa cattolica di rito latino. Intanto monsignor Charamsa pubblica nel 2016 il libro: “La prima pietra. Io, prete gay, e la mia ribellione all’ipocrisia della Chiesa”, con la Rizzoli. Su Vanity Fair (il 5-7-2018) dichiarò: “Dietro di me non ho nessuna lobby. La Chiesa ha tanti fantastici ministri che sono omosessuali e non possono essere trattati come avviene in questo momento”.

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