IL MATTINO
Il caso Claps
04.11.2023 - 10:17
L'altra Elisa Claps si chiama Antonia, è di Potenza e aveva 17 anni quando, solo poche settimane prima dell'omicidio di Elisa, Danilo Restivo la invita a salire con lui verso il sottotetto della chiesa della Trinità di Potenza, luogo che il 12 settembre 1993 si è trasformato prima nella scena del crimine e poi nella tomba di Elisa. La clamorosa rivelazione è contenuta nel libro inchiesta Indagine nell'abisso della Chiesa della Trinità (Edizioni EdiMavi), scritto dai giornalisti Fabio Amendolara e Fabrizio Di Vito. Il libro verrà presentato per la prima volta domani, domenica 5 novembre, a Potenza, nel Centro sociale di Malvaccaro. Antonia, ricostruiscono i giornalisti tramite i verbali dell'indagine giudiziaria, fece lo stesso percorso fatto da Elisa: fu agganciata con la scusa di un regalo e seguì Restivo fino all'ultima rampa di scale della chiesa. Prima di uscire sul terrazzo, però, si tirò indietro. Ecco alcuni passi del verbale riportato nel libro: «Ricordo che ero in chiesa durante la funzione religiosa delle 11 della domenica. Mi trovavo sopra l’altare a sinistra dello stesso, per chi entra dalla navata centrale, proprio vicino alla porta di accesso al centro Newman. Sono stata avvicinata da Restivo, il quale in piena funzione religiosa mi chiedeva di seguirlo perché mi doveva dire una cosa importante. Ho subito pensato che potesse essere qualcosa inerente al centro Newman, e, comunque, mi ha convinta a seguirlo. Ricordo che siamo usciti dall’abside, lui era davanti e io lo seguivo. Ricordo anche che dopo aver aperto la porta che dalla chiesa dà accesso alla canonica Restivo si è portato direttamente verso le rampe di accesso ai piani superiori e, questo, perché voleva trovare un posto riservato per parlarmi. Abbiamo salito le rampe al primo piano, lui davanti e io dietro. Qui ha continuato ad andare avanti, nella necessità evidente di trovare un posto più riservato. Io l’ho fermato chiedendogli cosa mi volesse dire e, per la precisione, ci siamo fermati davanti alla porta del bagno del primo piano, sul pianerottolo di accesso alla rampa di scale che porta al secondo piano. Gli ho chiesto di nuovo cosa volesse e lui mi rispose di volermi dare un regalo». «L’agghiacciante racconto», analizzano i giornalisti, «consente di ricostruire ciò che sicuramente ha vissuto Elisa la mattina del 12 settembre del 1993, perché presenta inquietanti analogie: era domenica mattina, il tutto è accaduto durante la celebrazione della messa, Danilo l’ha invitata in un luogo appartato raggiungibile salendo le scale che conducono al terrazzo e al sottotetto, il pretesto era proprio la consegna di un regalo».
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