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I nodi della politica

La debolezza della Lega nella coalizione regionale di centrodestra

La debolezza della Lega nella coalizione regionale di centrodestra

Pepe e Salvini

Le «voci romane» definite «molto informate» che nelle ultime ore hanno bruciato l'ex senatore della Lega Pasquale Pepe ponendolo, nel giorno in cui lo sfascio leghista a Potenza è stato certificato dalla classifica del Sole 24 ore (che piazza il sindaco Mario Guarente all'ultimo posto della classifica italiana), come candidato alla carica di governatore della Regione Basilicata, sono da ricercare tra qualche ex big del centrosinistra che ha imbarazzo a tuffarsi a destra per una incompatibilità con Vito Bardi. Di tavoli romani per le elezioni regionali per la verità non ce ne sono stati. E al momento i partiti sembrano restare alla finestra. La fuga in avanti su Pepe, se partita dalla Lega (ma allo stato apparirebbe come una eutanasia), non fa altro che indebolire il centrodestra. La Lega, infatti, non è più quella della passata competizione e in consiglio regionale conta più ex consiglieri che appartenenti al gruppo. Inoltre Pepe è stato bocciato alla competizione per il Parlamento. E ora sembra avere due strade: riprendere in mano il partito, creare la miglior lista possibile per le Regionali e lasciar competere i due ex assessori Francesco Fanelli e Donatella Merra (che al momento sembra essere la favorita). Se la Lega dovesse confermare le percentuali delle politiche (partendo dal presupposto che finisca nella maggioranza) entrerebbe un solo consigliere in provincia di Potenza. Da qui Pepe, senza avere troppa fretta, potrebbe ripartire per cercare uno spazio personale. Saltando un turno e dimostrando di fare bene a Tolve, dove è primo cittadino. 

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