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2 giugno

Festa della Repubblica, Marrese (presidente Provincia di Matera) cita Pertini: "Meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature"

Di seguito il discorso del presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese, in occasione delle celebrazioni del 2 giugno tenutesi nella città dei Sassi in piazza Vittorio Veneto alla presenza delle massime autorità civili e religiose

Festa della Repubblica, Marrese (presidente Provincia di Matera) cita Pertini: "Meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature"

Piero Marrese

"Rivolgo il mio saluto a Sua Eccellenza il sig. Prefetto di Matera e a tutte le autorità civili, militari e religiose, alle associazioni partigiane e combattentistiche, ai volontari della Protezione Civile e a tutti voi che ci onorate della partecipazione a questa sentita ricorrenza.

Oggi celebriamo non solo la libertà, ma anche la Costituzione. Celebriamo il popolo, quel popolo che dopo la fine del secondo conflitto mondiale, con la caduta del Fascismo, decise di dare al nostro Paese un’altra possibilità, quella della democrazia. Lo fece attraverso la Costituzione e un referendum con il quale fu deciso che l’Italia sarebbe stata una Repubblica: dopo una guerra estenuante e una lunga dittatura, l’Italia decise di darsi una nuova forma di governo, con oltre due milioni di persone che decisero per la forma repubblicana.
Unità. Costituzione. Libertà. Repubblica. Diritti. Sono i concetti normalmente collegati alla festa del 2 giugno, considerata a buon diritto la festa della libertà di scelta, quella che celebra il protagonismo di uomini e donne che hanno creduto in ideali oggi più che mai vivi ed attuali. Concetti sui quali si fonda il nostro Paese.

Proprio per queste considerazioni la Festa della Repubblica ci rappresenta tutti, per quello che hanno significato l’avvento della Repubblica e della democrazia, ma anche per ciò che gli italiani hanno vissuto prima, con anni di privazioni e di perdita della libertà. Già, la libertà! Un concetto ampio del quale, in determinati momenti, forse non si ha piena contezza. Senza libertà non c’è democrazia e senza democrazia non c’è libertà. Questa ricorrenza, però, deve farci riflettere anche sul senso del concetto di patria. Troppo spesso siamo portati a sottovalutarlo, ma la patria deve essere sempre al centro della nostra attenzione. Specie in un’epoca come quella che stiamo vivendo, con un conflitto che non è molto distante da casa nostra che ci ricorda come tali concetti siano legati in modo indissolubile.

Il 2 giugno non è solo la Festa della Repubblica come commemorazione del suo passato, ma anche esaltazione del suo presente e del suo futuro. Partire dal 2 giugno significa ripartire dalla Costituzione, da questo luogo di memoria che, in qualche modo, si fa futuro. Compito delle istituzioni è assicurare, nel presente e nel futuro, la democrazia, la libertà e pari dignità a tutti.
Il tricolore che ci ha accompagnati in tanti momenti di sofferenza, ci ricorda di essere un popolo unito da una storia, una cultura e un insieme di valori che sono le basi per garantire un futuro migliore ai nostri meravigliosi giovani. L’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna in questi giorni conferma quanto il popolo italiano sia unito da sentimenti positivi come la fratellanza, il darsi aiuto reciproco, il mutuo soccorso. E’ su questi presupposti che dobbiamo fondare il nostro presente, ripercorrendo il passato e quanto ci ha insegnato, per proiettarci in un futuro roseo e pieno di speranza avendo la consapevolezza di un’unità che ci consente di respirare libertà e democrazia.

Chiudo parafrasando il presidente Sandro Pertini: 'È meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature'. Una frase che deve farci riflettere.

W la Repubblica Italiana, w la democrazia, w la Costituzione!"

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