Cerca

inchiesta covid

Covid, dagli atti di Bergamo le WhatsAppate del febbraio 2020: "Il ministro è nel pallone"

La 'zona rossa' in Val Seriana e ad Alzano Lombardo e Nembro a fine febbraio 2020 e l'attuazione del piano pandemico - sebbene non aggiornato e tremendamente obsoleto - avrebbe risparmiato la vita a oltre 4mila persone e si sarebbe evitata "la diffusione incontrollata" del virus. Dopo tre anni la Procura di Bergamo chiude la 'madre' di tutte le inchieste giudiziarie sul Covid

Ospedali in affanno nel post emergenza Covid, per Speranza oltre le restrizioni il nulla

Roberto Speranza

"E' stata un'inchiesta complessa fatta di ricostruzioni di vite spezzate perché abbiamo dovuto dimostrare i nessi di causalità tra le morti e gli ipotizzati errori che sono stati fatti. Il nostro scopo è stato quello di ricostruire quello che è successo e dare una risposta alla popolazione bergamasca e di questi territori. Questa è stata la nostra finalità, ricostruire la risposta che c'è stata e valutare se un'accusa può essere mantenuta come noi riteniamo di fare". Così il Procuratore di Bergamo Antonio Chiappani su Radio24 ha recentemente commentato la chiusura dell'inchiesta per epidemia colposa che vede 19 indagati tra cui l'ex premier Giuseppe Conte e l'ex ministro della Salute Roberto Speranza

Le WhatsAppate ministeriali

"Walter (Ricciardi ndr) mi ha mandato stanotte uno studio degli inglesi che dicono che il virus circola dappertutto da almeno due mesi e che si infetterà il 60% della popolazione mondiale". E' il messaggio che il 25 febbraio 2020 Giuseppe Ruocco, ex segretario generale del ministero della Salute, scriveva a una funzionaria ministeriale e che fa parte delle chat agli atti dell'inchiesta di Bergamo. Allo scenario tracciato da Walter Ricciardi, direttore del dipartimento di Sanità Pubblica del Policlinico Gemelli di Roma, la donna - evidentemente consapevole della situazione - aveva commentato: "Diciamo la verità Ssn da ammodernare. Bravi nella cura ma zero prevenzione e emergenza. E anche assistenza territoriale". Sulla tenuta del Sistema sanitario nazionale i due erano ritornati a parlare il 28 febbraio, con Ruocco diceva "si sta già saturando il sistema, non si troveranno le apparecchiature". E la funzionaria nuovamente sul tema: "Altro che Ssn migliore del mondo ... a parole". La replica del dirigente che prova a mettere una pezza: "ma per cose normali, questa è un'onda anomala, uno tsunami". Ruocco pare comunque abbastanza teso e agitato, per il durante ma soprattutto per il post, aggiungendo: "ora arrivano i magistrati ci saranno inchieste su tutto, decisioni, tempi, epidemia colposa etc". Ma fiducioso, perchè alla fin dei conti c'è chi ha fatto peggio: "Devono arrestare prima i ministri e lo staff di altri 190 Paesi che hanno fatto meno di noi - sosteneva Ruocco - e poi ne parliamo". E l'avvocato del popolo? "A mezzogiorno viene Conte a fare il punto; molto molto preoccupato. Stasera non faceva altro che dire: che guaio, che guaio". E', invece, il messaggio WhatsApp inviato il 22 febbraio 2020 poco prima delle 2 di notte da Giuseppe Ruocco e che pure è agli atti dell'inchiesta di Bergamo. Il dirigente raccontava alla funzionaria di cui sopra il caos delle ore successive alla scoperta del Paziente 1 (Mattia a Codogno) quello che accadeva nei palazzi romani. In un messaggio del giorno dopo scriveva "qui si stanno demoralizzando tutti, e il Ministro ormai è nel pallone". Ma troverà - pochi mesi dopo - la forza e la giusta serenità per descrivere quei momenti nella famosa operetta distribuita e rapidamente ritirata dagli scaffali "Perchè Guariremo". 

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Castello Edizioni e Il Mattino di Foggia

Caratteri rimanenti: 400

edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione