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Analisi

Giorgia Meloni o del coraggio di essere se stesse

Meloni premier, accetta l'incarico senza riserve: ecco la lista dei ministri

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio, è la novità socio – politica del momento, in mezzo a temi di tutti i tipi, guerre comprese, un fatto che fa discutere, eppure in Italia, la Politica è anche stata “donna”, nel senso che personalità di rilievo, anche femminili, sono state importanti figure di riferimento, allora perché fa così tanto scalpore un evento di questo genere?
Accade perché Giorgia Meloni è un’esponente di destra, in Italia i conti con il fascismo, che è stata l’unica destra di Governo fino a oggi, non sono stati fatti, e quindi appare strano che da quella compagine politica, compagine politica portatrice di valori, apparentemente, in contraddizione con l'immagine di donna capace di gestire il potere in maniera liberale, come sta accadendo a lei, possa essere stata espressione di una delle cariche governative più importanti.
Sarà pure esatta questa proiezione ma fa a cazzotti con la realtà, e la realtà ci dice che la Meloni è una politica di professione, che ha alle spalle una scuola di partito, e una lunga militanza, tali da laurearla, e questo mette all'angolo tutte le polemiche che possono essere state generate sull'argomento .
Giorgia Meloni è stata votata, da una parte di elettori, è bene ricordarlo perché l’ultima tornata elettorale è stata caratterizzata dall’astensionismo, agguerrita e conservatrice, diversamente da come è accaduto in passato quando erano gli elettori di sinistra a determinare le sorti socio - politiche del Paese, perché il popolo a cui parla e a cui si rivolge la Meloni l’ha riconosciuta come leader, e perché non avendo la bellezza, come suo primario bigliettino da visita, è considerata una persona attendibile. In Italia, e non solo in Italia, la bellezza femminile è mal tollerata quando si tratta di Potere, come se la bellezza fosse un ostacolo per l'intelligenza, e invece è solo un modo totalmente maschile di vedere la cosa, tutti argomenti che la Meloni conosce benissimo.
Per questa ragione ha scelto il più femminile degli stilisti italiani, Giorgio Armani, per rappresentare se stessa e il potere, potere che è maschio, non perché sia un sopruso ma semplicemente perché la donna è stata, ed è per sempre regina della casa, e alla fine se le capita di diventare regina dell’altrove, qual è il mondo della Politica, altrove, la donna rimane in bilico ed è sempre combattuta tra i pantaloni e le paillettes, combattimento che il Presidente del Consiglio in pectore, ha risolto in maniera rapida e chirurgica con re Giorgio, uno che ha capito, prima di tutti, che l’unico mezzo per esaltare la femminilità in maniera assolutamente personale è liberare le donne dalla schiavitù della seduzione a pelle, e poi quale donna di potere, nel proprio ambito lavorativo, vorrebbe essere valutata per i propri dati estetici, se questa donna non è una soubrette?
Stesso discorso per le calzature, un tacco dodici è utile per muoversi, nelle stanze ovattata del potere, con passo felpato?
La risposta è no, ed è una risposta inequivocabile e di buon senso.
Diventa evidente come queste polemiche, sterili, che hanno riguardo l'avvento del nuovo Presidente del Consiglio, siano superficiali, e non tengano in alcun conto come la Meloni abbia operato con perfetta cognizione di causa.
Allo stesso modo è da intendere la sua scelta di usare il genere maschile in luogo del genere femminile per definire il proprio ruolo, per quanto questo sia un terreno di battaglia enorme, un terreno su cui si consumano guerre da sempre, ma per chi è abituata a calcare le scene della Politica da sempre, forse, l'utilizzo del maschile in luogo del femminile è un modo per sentirsi più sicura, ed è anche una questione d’orecchio, oltre a essere un atto di grande furbizia. Nessuno si sentirà minacciato da lei, se ripeterà il titolo del suo attuale ruolo declinandolo nella forma consueta, che poi è anche difficile pensarlo diversamente, prima della Meloni nessun altro presidente del consiglio donna è esistito, e con il linguaggio l'abitudine a sentire in un modo, piuttosto che in un altro, è tutto.
Di concreto cosa c'è in tutto questo rumore? C'è l'abilità politica di una donna di entrare a suo modo nelle stanze del potere, garantendo una continuità, un fatto importante, soprattutto nei momenti di grande crisi come è questo che stiamo attraversando, diversamente, non gestirebbe il potere ma farebbe la rivoluzione facendo saltare teste e palazzi. E invece governare è altro, non a caso il passaggio di consegne tra Mario Draghi e Giorgia Meloni è stato caratterizzato proprio dalla continuità, e dal suo coraggio, innegabile, di prendere per mano gli alleati e di portarli in giro, consapevole che li dovrà rottamare perché è questa la ragione per cui è stata chiamata lì.
Cose che i suoi alleati sanno benissimo, e quindi più che guardare ai tacchi, agli abiti, al maschile e al femminile, servirebbe guardare al balzo che la Meloni ha fatto, grazie alla sua abnegazione e al suo sapere indossare la pelle che le appartiene con consapevolezza, in virtù anche di ciò che le donne in Italia sono diventate nel mentre, al di là di tutto e al di là degli schieramenti ideologici.
Non vi piace? Non vi deve piacere, è importante che sappia governare, il resto non fa testo e nemmeno genere.
Così è anche se non pare.

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